Sono gli atti compiuti da vili individui ai danni di esseri indifesi, come quello compiuto a Carini, la notte di Capodanno, del quale si ha notizia solo ora.



Un cane randagio, già noto agli animalisti e a tanti nei dintorni per la sua docilità e bontà, che si faceva carezzare da tutti, è rimasto vittima di torture e di una morte atroce nella notte di Capodanno, proprio nella piazza principale del paese di Carini (Palermo). La povera bestiola è stata legata da sconosciuti che gli hanno aperto a forza la bocca per inserirgli delle bombette: successivamente gli hanno tappato la stessa bocca e fatto esplodere gli ordigni. Il cane é morto tra i dolori più strazianti. Un gesto di una crudeltà incredibile, senza spiegazioni, tranne il fatto che se il male esiste deve albergare proprio in quelle persone vili e senza onore. Della notizia c’è traccia in rete solo dal 9 gennaio, ad opera di una testimone che si firma Jolanda da Palermo, notizia ripresa però in un articolo del giornalista Leandro Salvia. Mario Trovato, responsabile della sede di Catania dell’Associazione animalista ‘Gruppo Bairo’ Onlus ed Enrica Boiocchi, vice presidente della stessa associazione ma a livello nazionale, sono intervenuti ieri, 12 gennaio, con una nota sull’accaduto che reca, insieme alla loro, la firma di centinaia di cittadini di tutt’Italia, che chiedono fermamente che si faccia giustizia e che fatti come questi non abbiano più a verificarsi, potenziandone l'aspetto della prevenzione. “Questo ennesimo atto di crudeltà ai danni di un essere indifeso ci lascia sbigottiti e ammutoliti.” – intervengono i firmatari il documento nella nota. “Un povero cane massacrato per puro divertimento, ucciso dopo innumerevoli sevizie da un petardo fatto esplodere in bocca. Una violenza agghiacciante coperta dall'omertà e da ostinato silenzio. Chi ha agito tanto ferocemente” – continua la nota – “è un essere ignobile e pericoloso e pertanto ci attendiamo che a Carini, le istituzioni preposte facciano il loro dovere, intervenendo con fermezza e determinazione affinché si faccia al più presto luce su questo barbaro crimine e su tutti i crimini che vengono continuamente perpetrati nei confronti degli animali. Ricordiamo che per un paese” – conclude la nota – “il trattamento riservato agli animali, è indicatore di etica e progresso morale. Pretendiamo il rispetto delle leggi e la tutela degli animali poiché noi, esseri civili, sensibili alla sofferenza di ogni essere, siamo fermamente indignati e offesi da tali comportamenti di cui la Sicilia è ancora una volta protagonista.”

A ritrovare il povero bastardino sarebbero stati proprio i volontari della struttura veterinaria, sita in Via Gorizia, che si era occupata proprio di fornire sostegno e cure al povero animale abbandonato, poi sterilizzato e rimesso in libertà essendo dotato di microchip. "In passato era stato ospite del nostro canile”, racconta Alessandro Vivirito, uno dei titolari della struttura. “Si faceva avvicinare e accarezzare da tutti". Una fiducia che gli è costata molto cara, purtroppo. Non è affatto la prima volta che a Carini si registrano episodi di maltrattamenti di animali. Sarebbe ora che le autorità, tutte le Istituzioni, intervenissero seriamente per porre fine a questa piaga che ci disonora tutti.


Si può aderire alla raccolta di firme organizzata dal Gruppo Bairo per chiedere alle Istituzioni un maggiore intervento inoltrando mail firmata con riferimento ai gravi fatti di Carini a:

dirittianimali@bairo.info

oppure a

gruppobairocatania@bairo.info