Genova, troppi cinghiali: blitz all’alba

Posted on 03:13

Alle 6 di ieri mattina è andata in scena una battuta di caccia “a sorpresa” nel parco genovese del Peralto, sulle alture del quartiere del Righi: si tratta di una battuta «selettiva», resa necessaria dall’aumento degli animali nelle vicinanze della città. Alla battuta hanno partecipato una cinquantina di cacciatori; sono stati abbattuti circa venti cinghiali. Il parco è stato chiuso al traffico, sul posto sono arrivati anche carabinieri, agenti della polizia Provinciale e della Digos.


Da circa un mese, però, in zona c’è anche un gruppo di animalisti, che sta presidiando il territorio giorno e notte per ostacolare le operazioni: secondo Daniela Filippi, della Lav (la Lega antivivisezione), una trentina di attivisti si era “nascosta” nei boschi per impedire la battuta (clicca e ascolta la testimonianza). Secondo la Lav - e secondo alcuni residenti - in zona nessuno è stato avvertito dell’inizio delle operazioni.


Un momento della battuta di caccia di questa mattina (foto Benzi)


«È una mattanza, ammazzano questi poveri animali che non fanno nulla di male», ha detto al Secolo XIX una giovane donna che abita nella zona alta di via Vesuvio.


Secondo indiscrezioni, inoltre, un uomo, residente in via Bartolomeo Bianco (la strada dove sorgerà la moschea di Genova), si sarebbe sentito male, forse perché sfiorato da un pallettone, più probabilmente per l’ira di vedere i cinghiali abbattuti; gli operatori del 118, però, non hanno conferma di questa notizia.


Di tutt’altro avviso la polizia Provinciale: «Le operazioni si sono svolte normalmente, abbiamo perlustrato il parco e non abbiamo trovato nessuno», ha detto il commissario, Piergiorgio Mastrocola (clicca e ascolta).


La battuta, organizzata su interessamento della prefettura e della questura di Genova, si è resa necessaria a causa dei continui sconfinamenti degli ungulati, ritenuti pericolosi per l’incolumità pubblica.


La battuta è terminata intorno alle 11.



Le ragioni spiegate dalla Provincia di Genova

«Sono stati abbattuti una ventina di capi - ha detto l’assessore alla Polizia Provinciale, Piero Fossati, che ha seguito sul posto l’avvio delle operazioni - in questo intervento, sollecitato da prefettura e questura in seguito a numerose segnalazioni di criticità relative alla presenza di questi ungulati, anche nelle ore diurne, nell’abitato della zona intorno al Peralto, al Righi e Oregina, dove i cinghiali sono diventati molto numerosi (circa cinquanta i capi stimati) anche perché alcune persone, del tutto scorrettamente e contravvenendo alle norme vigenti, alimentano questi animali selvatici, avvicinandoli in modo permanente alle case e creando frequenti pericoli anche per la circolazione stradale: solo nell’ultimo periodo, in via Carso sono stati tre gli incidenti che hanno coinvolto un’auto e due motocicli causati dai cinghiali e questi grossi ungulati, nonostante l’innaturale confidenza con l’uomo che si è instaurata in alcune zone abitate limitrofe al parco delle Mura e altrove, nel periodo riproduttivo e dei cuccioli possono diventare molto aggressivi e pericolosi per l’uomo». La battuta selettiva, con un capillare presidio delle forze dell’ordine e degli incaricati dell’Atc di tutte le vie d’accesso alla zona - «lontana dalle abitazioni in cui sono intervenuti cani e cacciatori», ha detto l’assessore Fossati - si è svolta «in condizioni di assoluta sicurezza, grazie all’impegno pieno e convinto di tante persone, dal settore faunistico della polizia Provinciale a tutte le forze dell’ordine, alle squadre dell’Atc 1 selezionate dal presidente, Adriano Zanni. Le uniche tre persone estranee all’intervento, appartenenti a un’associazione animalista, sono state invitate ad allontanarsi, per motivi di pubblica incolumità e di prudenza, prima dell’inizio delle operazioni e senza alcun tipo di problema hanno poi rinunciato alla loro iniziativa». I cinghiali abbattuti oggi saranno tutti destinati in beneficenza a istituti che operano nel campo assistenziale. «Ora serve anche una bonifica del territorio del parco delle Mura - ha detto l’assessore Fossati - dove i cinghiali non devono più stare, come hanno detto in un recente incontro in Provincia con la collega Renata Briano anche le associazioni ambientaliste e animaliste, e in questo senso il Comune si è impegnato a chiudere con apposite recinzioni i varchi del parco del Peralto verso le zone urbane vicine che i cinghiali frequentano anche per cercare di alimentarsi dai cassonetti dei rifiuti». La Provincia, impegnata con gli altri enti e associazioni a concertare nuove modalità e normative di controllo, ricorda il tassativo divieto di alimentare gli ungulati stabilito nel 2000 da un’ordinanza comunale tuttora in vigore che per i trasgressori sorpresi a foraggiare i cinghiali prevede sia sanzioni amministrative sia penali.



Fonte: Il secolo XIX.it

ANIMALI: MUTUA E STOP CANILI LAGER, ARRIVA LEGGE QUADRO

Posted on 03:11
(ANSA) - ROMA, 24 FEB - Consenso bipartisan per gatti e cani. Gli animali da compagnia uniscono gli schieramenti che si dicono d'accordo su una legge quadro unica di riordino per la tutela degli amici a quattro zampe. Dalla mutua (''detenere animali non e' un lusso'') per aiutare le persone meno abbienti, alle adozioni per combattere il randagismo alla lotta ai canili lager, ai maltrattamenti e al commercio clandestino, fino al ruolo della scuola e dell'educazione. L'occasione il convegno dal titolo ''Nuove norme per la tutela degli animali di affezione, verso una legge di riordino'', organizzato dalla senatrice del Pd Silvana Amati insieme alla senatrice del Pdl Laura Bianconi. In particolare e' emersa la necessita' di una migliore gestione dell'anagrafe canina, l'introduzione di consultori comportamentali nei canili, l'attivazione di un 118 veterinario. ''Il nostro primo obiettivo e' quello di definire proposte concrete, anche dal punto di vista del reperimento delle risorse finanziarie, per una nuova norma quadro per tutelare meglio gli animali di affezione'', ha detto Amati. ''Per i bambini e per gli anziani gli animali da compagnia - ha sottolineato Bianconi - sono una vera e propria terapia. Abbiamo puntanto al massimo il tempo e' maturo per una normativa organica''. Il sottosegretario alla Presidenza con delega al turismo, Michela Brambilla ritiene che debbano essere istituite regole piu' rigide e che il limite su cui bisogna intervenire e' quello di estendere le regole di tutela anche agli animali di allevamento piuttosto che a quelli usati per la vivisezione. In campo anche il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri: ''Spero - ha detto - che in Parlamento si trovi il tempo per approvare la legge quadro sugli animali da compagnia magari ricorrendo in Commissione in sede deliberante visto che c'e' l'intesa bipartisan''. Favorevoli gli animalisti. ''Ci sono 19 proposte del Parlamento e 2 del Governo. Forse questa legislatura puo' essere quella buona - ha detto il presidente della Lega Antivivisezione, Gianluca Felicetti - per avere il testo unico''.

Fonte: Ansa

Caccia e vittime delle doppiette, è guerra sulle cifre

Posted on 07:50

Le «bufale» sugli stravolgimenti climatici e sui rischi per l’umanità intera che ci vengono a volte propinate dagli ambientalisti catastrofisti vengono fortunatamente smentite dai fatti. E quando non è la natura stessa a ridicolizzare certi “profeti di sventura”, ci pensano gli scienziati seri a dimostrare come l’uomo possa incidere in percentuale minima nei cambiamenti climatici. La stessa “scuola di pensiero” fondamentalista-catastrofista si esercita ogni anno a gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica per dimostrare, ad esempio, che la caccia è un’attività distruttiva per la quale, per giunta, la società paga un costo elevatissimo di vite umane.

Ora, senza voler entrare nel merito di un’attività che è nata con l’uomo ed è stata per millenni connaturata al suo istinto di sopravvivenza, c’è da rilevare semplicemente che la caccia è un’attività consentita e regolata dalle nostre leggi. Chi la esercita è sottoposto a una serie di vincoli, di tasse, di regole da rispettare. Esistono anche tante persone - sono, forse, la maggioranza - che non imbraccerebbero mai una doppietta ma che, tutto sommato, considerano la caccia come una passione, uno sport, un’attività tradizionale e la guardano con simpatia oppure con indifferenza. Ci sono, infine, i fondamentalisti anti-caccia che si battono da sempre per cancellare l’attività venatoria dal nostro ordinamento giuridico.

Negli ultimi decenni, in verità, si sono svolti due referendum nazionali e una decina regionali che avevano come obiettivo l’abolizione della caccia o delle norme del Codice civile che ne regolano l’esercizio. Nessuna di queste consultazioni referendarie ha mai raggiunto il suo scopo. Attraverso modifiche legislative che hanno eliminato il cosiddetto “nomadismo venatorio”, cioè la possibilità di praticare la caccia su tutto il territorio nazionale (ovviamente ai titolari di licenza e nel rispetto delle regole); attraverso l’aumento delle tasse e l’introduzione di nuovi balzelli; attraverso un sistematico giro di vite sui controlli sanitari preventivi e burocratici, il numero dei cacciatori italiani negli ultimi trent’anni è diminuito del 60 per cento circa. Ma a tutt’oggi 6-700mila cacciatori, grazie alla loro passione, tengono in vita un importante settore dell’industria italiana che, considerando anche l’indotto, dà lavoro a decine di migliaia di persone. Anche per questo ci sarebbe bisogno di una informazione corretta. Invece, come dicevamo, a ogni chiusura di stagione annuale, vengono diffusi dati che non stanno né in cielo, né in terra.

Per gettare discredito sull’intera categoria dei cacciatori, i fondamentalisti-animalisti parlano di decine di milioni di volatili abbattuti ogni anno. I loro “calcoli” non hanno nulla di serio: non si rivolgono, per esempio, all’Infs, l’Istituto nazionale della fauna selvatica che effettua censimenti su alcune specie animali. Più semplicemente, utilizzano i dati riguardanti la produzione industriale di munizioni, propinando ai mezzi d’informazione l’equivalenza «ogni cartuccia un volatile ucciso». Anche un bambino capirebbe l’assoluta infondatezza del “dogma animalista”.

Intanto una consistente percentuale di munizioni prodotte resta invenduta; di quelle utilizzate, più della metà vengono destinate al tiro sportivo su piattelli; di quelle che restano, forse il 10 per cento finisce per colpire l’obiettivo... Il capitolo più inquietante della sistematica opera di disinformazione è quello riguardante il tributo in vite umane che si paga per la caccia. In questo ambito occore fare una premessa: gli incidenti mortali che derivano direttamente dall’attività venatoria purtroppo si verificano spesso per imprudenza, a volte per tragica fatalità. Ma senza considerare le vittime della strada (che ogni week end fanno registrare numeri impressionanti), ci sono decine di attività (sportive e non) nell’esercizio delle quali si verificano incidenti mortali. Si pensi agli annegamenti o all’alpinismo.

Il numero delle vittime delle doppiette (sempre e comunque elevato, trattandosi di vite umane) è infinitamente inferiore a quello dei morti in incidenti fra le mura domestiche, tanto per fare un altro esempio. Ma c’è sempre chi fa l’“apprendista stregone” e si esercita a organizzare «chiassate mediatiche» accusando i cacciatori di ogni nefandezza. Stavolta, a diffondere dati e numeri “impressionanti” ci ha pensato un’associazione che nel solito elenco delle vittime, già gonfiato e pieno di errori, ha pensato bene di aggiungere 40 decessi avvenuti fra “non cacciatori” e originati da un’arma da caccia, anche se usata per commettere omicidi e suicidi. A dire il vero, dopo le documentate inchieste diffuse dal «Comitato nazionale Caccia e natura» negli anni passati, molti quotidiani hanno evitato di riportare i dati farneticanti diramati dalle solite associazioni fondamentaliste; tuttavia ci sono ancora organi di stampa che non guardano troppo per il sottile e si limitano, in maniera assolutamente acritica, a riportare una serie di notizie completamente destituite di ogni fondamento. «Innanzitutto - fanno notare al Cncn - c’è da sottolineare che mentre quest’anno il farneticante comunicato parla di 40 vittime, lo scorso anno, adottando gli stessi criteri assurdi, le presunte vittime ammontavano a 54.

Dopo aver messo doverosamente in evidenza questa significativa diminuzione, bisogna, per correttezza di informazione, correggere il dato di 40 vittime come segue: i morti per incidenti di caccia sono stati 21; i morti a causa di un infarto o malori (ogni anno se ne registrano oltre 160.000 fra le mura domestiche) sono stati 11; i morti a causa di cadute (senza che ci sia stato alcuno sparo) sono stati 3; i morti per incidente automobilistico (avvenuto in seguito a un malore) 1; un ferito (peraltro completamente ristabilito) conteggiato fra i morti; un bracconiere ucciso durante una battuta di frodo; un cacciatore ucciso da un cinghiale (in passato è accaduto a un contadino); un suicida. Come si può facilmente comprendere, le 21 vittime non sono evidentemente ritenute sufficienti a suscitare allarmismo e preoccupazione (non solo nella pubblica opinione, ma anche presso i politici e le istituzioni) e allora si ricorre a tutta una serie di squallidi escamotage (come i malori o le cadute) oppure a veri e propri falsi spudorati, fra i quali sono veramente degni di nota il ferito che è stato disinvoltamente conteggiato fra i morti, la vittima per incidente automobilistico o il poveretto che ha scelto di uccidersi con la doppietta invece che buttarsi dalla finestra o sotto un treno».

Fonte: Il Giornale

Greenpeace e i rifiuti hi-tech

Posted on 11:49


Italia e rifiuti hi-tech: ancora senza decreti attuativi!

Ciao,
Qualche giorno fa abbiamo denunciato un traffico illegale di rifiuti elettronici diretti dalla Gran Bretagna alla Nigeria. Ma in Italia le cose non vanno certo meglio. Nel nostro paese, infatti, il sistema di gestione dei rifiuti elettronici – altamente pericolosi e in più rapida crescita - non è ancora decollato.

A causa di lobby industriali, cambiamenti politici ai vertici e un complicato iter legislativo, l’Italia si ritrova con un sistema non ancora entrato a regime, nonostante i numerosi anni di ritardo rispetto alle direttive europee del 2002.

Il 1 gennaio 2008 sarebbe dovuto partire il nostro sistema di raccolta dei rifiuti hi-tech. Ufficialmente ma non nella realtà! Mancano all’appello diversi decreti attuativi necessari a tradurre in pratica le disposizioni di legge. Tra questi, c’è il cosiddetto “Decreto Semplificazioni”, che obbliga la distribuzione a ritirare gratuitamente, in ragione di uno contro uno, l’apparecchiatura usata al momento dell’acquisto di un nuovo articolo simile destinato a un nucleo domestico. Questo decreto doveva entrare in vigore entro il 28 febbraio 2008, ma ancora non vede luce.

Ora è il momento di agire per fare pressione sul governo. Partecipa a questa cyberazione e chiedi direttamente al ministro dell’Ambiente di accelerare la procedura di emanazione del “Decreto Semplificazioni”.

Più e-mail riceverà il Ministro, più efficace sarà la nostra richiesta!

C’è un’altra cosa che puoi fare: scatta la tua denuncia! Inviaci una foto di rifiuti elettronici abbandonati in strada che verrà pubblicata sul sito www.elettronicaverde.it.



Scrivi subito all’ On. Stefania Prestigiacomo,
ministro dell’Ambiente



Grazie mille e a presto!

Vittoria Polidori
Responsabile campagna Inquinamento


PS: Come saprai, Greenpeace è indipendente e realizza le sue campagne solo grazie all’aiuto di singole persone come te. Se non lo sei già, diventa un sostenitore di Greenpeace! Sostieni questa e altre campagne in difesa del pianeta cliccando qui.

Fonte: Greenpeace

Animali uccisi in mostra: Se ne occupa la procura

Posted on 06:03
L'arte di oggi sciocca e torna un'altra volta in un palazzo di giustizia. Stavolta per immagini violente di animali uccisi a martellate in un mattatoio messicano. A Torino il procuratore Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo, per ora senza ipotizzare reati, per la mostra “Le ali di Dio” dell'artista franco-algerino Adel Abdessemed. In programma alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, curata dal curatore Francesco Bonami, già la settimana scorsa il vernissage era saltato per le proteste delle associazioni animaliste. Ora delle immagini video, soprattutto di sei animali uccisi a martellate in un mattatoio, si occupa la Procura. Non poteva agire altrimenti: su quel tavolo sono piovuti esposti tra cui quello dell'assessore all'ambiente del Comune torinese Domenico Mangone secondo il quale “al di là delle immagini quanto meno inopportune l'amministrazione è tenuta a denunciare e perseguire ogni manifestazione di maltrattamento e crudeltà a carico degli animali”.



Nel 2004 in Italia fece discutere una foto di Paola Pivi: raffigurava due zebre su un ghiacchiaio del Monte Bianco e pare che poi i due equini si siano ammalati mortalmente. Qui la storia è un po' diversa ma sempre sull'uso degli animali siamo. Abdessemed, che ora vive a New York, a Torino non corre i rischi corsi San Francisco l'anno scorso, dove la sua mostra fu chiusa quattro giorni dopo l'apertura per ragioni di sicurezza e ricevette perfino minacce di morte. I video che hanno fatto infuriare gli animalisti mostrano, ad esempio, una pecora, un cavallo, un bue, un maiale, una capra e un capriolo presi a martellate: vengono allevati per essere macellati. Da quanto si può vedere su internet, sono sequenze che fanno star male, disturbano.



“Nei video l'atto dell'uccisione resta però isolato dal contesto, reso ambiguo nelle sue motivazioni e nei suoi effetti – avverte una nota della Fondazione - per questo l'opera rimanda a un'idea astratta della violenza ponendo in questione il modo in cui questa viene rappresentata e percepita”. “Sono tutti animali destinati al macello le cui carni sono distribuite gratuitamente agli abitanti del villaggio messicano”, si difende, un po' debolmente in effetti, l'artista. Altre sequenze mostrano cani che si azzannano. E tuttavia si torna lì: fino a che punto è giusto che intervenga la magistratura? In una mostra simile si può sempre vietare l'ingresso ai minorenni e avvertire preventivamente gli adulti a cosa andranno incontro. Se poi quanto si vede è un banale e gratuito pretesto per far rumore – e questo è un legittimo argomento di discussione - forse lo può decidere chi sceglie di varcare quella soglia.

Fonte: Unità



SAN GIULIANO MILANESE 16/02/2009 - E' un commento duro quello dell'associazione 100%Animalisti sul caso dei cuccioli sequestrati a San Giuliano Milanese, provenienti dall'est Europa. Lo pubblichiamo integralmente:



"Con la presente, l'associazione 100% Animalisti vuole comunicare la propria posizione circa gli sviluppi sulla sorte dei cuccioli illegalmente importati dall'est Europa, intercettati dal corpo forestale carabinieri a S.Giuliano (Mi) e ora in affido in provincia di Milano.



Ancora una volta, vogliamo fermamente ricordare che la prima causa di sofferenza e sopruso ai danni dei centinaia di cuccioli, che ogni mese varcano i nostri confini in modo più o meno illegale, è da ricercarsi nella continua sete di razze pure da parte della popolazione.



Apprendiamo, con amara soddisfazione, la notizia che sono già arrivate centinaia di migliaia di richieste di adozione per questi cuccioli e nei giorni precedenti centinaia di famiglie si sono messe in fila presso il canile per poter accaparrarsi un cucciolo.



A loro non sembrava vero riuscire ad avere un cucciolo di razza pura, senza spendere un euro e parallelamente crogiolarsi nell'aver fatto un opera buona nei confronti dei poveri cuccioli sofferenti; ma in realtà noi ci chiediamo DOVE sono tutte queste persone quando si tratta di salvare dalla prigionia a vita cuccioli che nascono e vivono dietro le sbarre di un canile per anni?



Noi ci chiediamo perchè le “grandi” associazioni, che si sono, in questa occasione, fortemente adoperate in favore dei cuccioli sequestrati, stimolano i media solamente quando sono certi di creare un interesse diffuso e facili nuovi sostenitori, invece che sensibilizzare in modo deciso e onesto sui danni causati dal continuo desiderio di animali di razza da parte della gente ?



Si continua a parlare di allevamenti lager sparsi in tutto il territorio nazionale, ma mai si afferma chiaramente che se le persone la smettessero di supportare la compravendita di animali in negozi e allevamenti più o meno amatoriali, il problema sarebbe presto risolto. Si continua a urlare allo scandalo per l'importazione di cuccioli dell'est, ma mai si denuncia che a ogni offerta corrisponde sempre una domanda diffusa.



100% animalisti dice da sempre NO a qualsiasi allevamento, a compravendita di esseri senzienti e a qualsiasi razza artificiosamente creata e supportata dall'uomo e unicamente per l'uomo".



Fonte: Cronaca qui

La ricerca con animali per guarire mia figlia malata

Posted on 05:56
Mi chiamo Maddalena e sono la mamma di una bimba di 9 anni con sindrome genetica rara, la sindrome di Rett. Un anno fa davanti all'Insubria (di Busto Arsizio ndr) c'è stata una manifestazione contro l'utilizzo degli animali. Dove io stessa mi era fermata con assoluta determinazione e senza nessuna strumentalizzazione da parte dell'Insubria. Mi sono fermata di MIA iniziativa.
C'è stata una BELLA discussione sull'utilizzo degli animali in ricerca.

Mi sono stancata... io ho bisogno della ricerca per GUARIRE un giorno mia figlia, nata apparentemente sana e ora disabile gravissima. L'unica mia speranza è la ricerca... che vada avanti... e soprattutto guarisca mia figlia.

Ci vogliono i topi e che si usino...visto che il loro cervello è simile al nostro. Io sono CONTRO chi non vuole utilizzare il topo... ribadisco che come ho detto allora... metterei io stessa la mia vita nella sperimentazione pur di guarire mia figlia! Come del resto fanno in America...ovviamente pagati e sono volontari... l'ho detto anche agli animalisti!
RIBADISCO CHE NON SONO STATA STRUMENTALIZZATA DA NESSUNO LA REAZIONE CHE HO AVUTO L'ANNO SCORSO LA RIFAREI ANCHE ORA!
Che sia chiaro visto che ho saputo che secondo gli animalisti io sono stata strumentalizzata dall'Insubria.... è stata una MIA reazione di madre con una bimba che ha una malattia genetica rara.... e per guarire ha-avrà bisogno della sperimentazione sui topi!!

Fonte: Varese News

Animalisti contro la mostra a Torino

Posted on 09:41
A causa delle polemiche degli animalisti salta l'inaugurazione della mostra prevista alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Si tratta della mostra di Abdel Abdessemed «Le Ali di Dio», destinata, a far discutere. La mostra vuole raccontare, per denunciarla, la violenza imperante sul pianeta, contro gli uomini e anche gli animali. Ma con un linguaggio scarno, feroce, teso a non nascondere la realtà.

Qui di seguito alcuni scatti della mostra.




















Fonte: La Stampa.it

I bocconi avvelenati ora uccidono le volpi

Posted on 07:34

L'incubo dei bocconi avvelenati è ricomparso nella Bassa. Così come era successo in passato con cani e gatti potrebbero essere state, infatti, delle esche killer a provocare la morte di alcuni esemplari di volpe trovati senza vita nella zona golenale dell'Adige, all'altezza di Vigo. L'ultimo episodio si è verificato domenica scorsa quando Giuseppe Guizzardi - un promotore finanziario che porta a passeggio ogni giorno i suoi cani sull'argine destro del fiume - è stato attirato dalla carcassa di un animale adagiata nella grande golena coltivata a ridosso dell'ospedale.
«Non appena mi sono avvicinato», racconta Guizzardi, che è anche presidente del Salieri jazz club, «mi sono reso conto che si trattava nuovamente di una volpe. E a quel punto mi è sorto qualche sospetto perchè già nei giorni precedenti mi ero imbattuto, suppergiù nella stessa area, in un altro esemplare della stessa specie per di più con la coda tranciata». «Siccome in tanti anni che frequento l'argine non mi era mai capitato nulla di simile», prosegue il musicista, «temo che questi episodi siano riconducibili a bocconi velenosi sparpagliati in giro da cacciatori o da contadini senza scrupoli per colpire uno scomodo predatore che si ciba anche di uccelli, di conigli ed altri animali da cortile». Quindi, temendo per la sorte delle decine di cani che scorazzano in riva all'Adige al guinzaglio dei loro padroni, Guizzardi non ha esitato a segnalare il fatto alla polizia locale, al Wwf e al Servizio veterinario dell'Ulss 21 affinchè vengano effettuati tutti gli accertamenti del caso. Sempre che l'avanzato stato di decomposizione dell'ultima bestiola rinvenuta dal promotore consenta all'Istituto zooprofilattico di intervenire. Nel frattempo, gli animalisti mettono in guardia i proprietari di animali che frequentano l'area tra Vigo e Villabartolomea «per evitare di contare altre vittime non solo tra le specie selvatiche ma anche tra quelle domestiche». «È necessario essere prudenti in quanto non è affatto da escludere», afferma Silva Soave, presidente del rifugio San Francesco di Villafontana, «che ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di avvelenamento imputabile a quei micidiali cocktail che stanno causando stragi in tutto il Veronese. Anche perchè questo è per le volpi il periodo riproduttivo e quindi il momento più propizio per eliminare uno scomodo concorrente». E a supporto della sua tesi l'attivista porta un'esperienza vissuta a Zevio. «L'anno scorso», riferisce Soave, «siamo intervenuti nella golena dell'Adige per recuperare tre cuccioli di volpe dopo che la loro madre era morta avendo ingerito un'esca velenosa».
Un appello alla massima cautela arriva anche da Fiorella Martini della Lav di Legnago che è in contatto con l'associazione veronese «No ai bocconi avvelenati». «Era da tempo», confida l'animalista, «che questo fenomeno deprecabile non si presentava nella nostra zona e la cosa ci preoccupa poichè l'argine è molto frequentato. Tuttavia, non mi stupisce che siano state prese di mira le volpi essendo animali cacciatori che danno fastidio».



Fonte: L'arena.it


La Guerra delle piume tra Svezia e Cina

Posted on 05:58


LIVORNO. In Svezia è in corso una campagna mediatica contro la crudeltà dell´industria cinese delle piume accusata di utilizzare in maniera crudele i volatili. Il maggior canale privato svedese, TV4, ha fatto servizi nei quali si dice che tra il 50% e l´80% dei 16 più importanti produttori di piume cinesi spiumano anatre e oche vive a causa della mancanza di volatili per rifornire il nuovo vorace mercato della carne cinese. La campagna, fatta in un paese che usa molti piumini, deve aver colto nel segno se la China feather and down industrial association (Cfdia) ha ottenuto uno spazio sull´agenzia ufficiale Xinhua per assicurare di aver utilizzato solo anatre e oche cinesi e che solo una piccolo parte dei volatili è stata spiumata viva per soddisfare delle richieste specifiche del Giappone.



«La Cfdia condanna l´abuso dei diritti degli animali. In Cina solo tra lo 0,1% e lo 0,3% dei prodotti della "piumeria" proviene da materiale "mietuto" che gli importatori giapponesi esigono sui loro ordinativi» spiega il vicepresidente dell´associazione imprenditoriale Yao Xiaoman. Resta il fatto che se i giapponesi chiedono piume tolte da animali vivi, i cinesi le forniscono.



La spiegazione sta forse in quello che dice Wilford Lieber, il presidente dell´International Down et Feather Laboratory (dfl): il "moisonnement" (lo spenna mento da vivo) in Cina è una volta e mezzo più caro che la produzione normale di piume che provengono dall´industria alimentare. «Lo strappamento superficiale delle piume di volatili viventi costa così caro che non è economico venderle su mercati che non hanno un´esplicita domanda in materia» dice Yao Xiaoman.



Quindi, forse gli svedesi hanno esagerato i numeri ma il fenomeno comunque esiste, la guerra mediatica (e probabilmente anche commerciale) si basa su una diversa sensibilità tra gli "animalisti" occidentali svedesi e quella mercantile dei cinesi pronti a soddisfare la domanda "insensibile" giapponese che crede che le piume strappate ad animali vivi siano più soffici, di qualità e che scaldino di più.


Fonte:
Green Report


ROMA - Animali vivi alla mostra 'Darwin 1809-2009' ed è bufera. La Lav-lega anti vivisezione sostiene infatti che la presenza di iguane verdi, armadilli e tartarughe "violerebbe il regolamento comunale a tutela degli animali e potrebbe anche configurare il reato di maltrattamento di animali". Per questo l'associazione "diffida il sindaco di Roma Gianni Alemanno, l’assessore alle Politiche culturali Umberto Croppi e l’azienda speciale Palaexpo palazzo delle esposizioni, nella persona del presidente Ida Granelli, dall’esporre animali presso la mostra Darwin 1809-2009”.


La Lav si appella al regolamento comunale a tutela degli animali: questo "vieta la detenzione, il commercio e l’immissione in natura su tutto il territorio comunale di animali alloctoni ad eccezione dei centri autorizzati in base a leggi nazionali e regionali e del Bioparco”. Il divieto si applica a “qualsiasi forma di spettacolo o di intrattenimento pubblico o privato effettuato con o senza scopo di lucro che contempli, in maniera totale o parziale, l’utilizzo di animali, sia appartenenti a specie domestiche che selvatiche". Questa disposizione si estende a fiere, mostre di animali, esposizioni, concorsi, sagre, manifestazioni itineranti, spettacoli in strada ad eccezione di quelle senza fine di lucro autorizzate. In caso di contravvenzione al Regolamento, “viene disposta la sospensione immediata dell’attività e quindi definitiva, oltre all’applicazione della sanzione amministrativa”.


Per la Lav-lega anti vivisezione “la forza del messaggio darwiniano non può essere calpestato da eventuali violenze sugli animali, né questi devono essere sviliti e ridotti al pari di belle statuine in mostra". Gli animalisti dicono "certi che anche Darwin oggi chiederebbe il rispetto di questi animali che, per loro natura, hanno esigenze specifiche di movimento, alimentazione, temperatura, e potrebbero subire stress e paura a causa della presenza dei visitatori".


La Lav lamenta che "assoggettare tutto questo alle esigenze di una pur importante mostra dedicata a uno scienziato, non è coerente con le regole che la capitale si è data e non aggiungerebbe nulla all’opera di Darwin". In alternativa, suggerisce, "si possono utilizzare filmati o altre riproduzioni in grado di rappresentare o simulare le teorie dello scienziato, che indubbiamente sarebbero graditi dai visitatori, molti dei quali saranno giovani studenti per i quali il rispetto degli animali deve essere un valore da poter apprezzare anche in una mostra”.


10 febbraio 2009



Fonte:
Agenzia dire




TORINO
A causa delle polemiche degli ambientalisti salta l’inaugurazione prevista per domani alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino della mostra di Abdel Abdessemed "Le Ali di Dio", destinata, già si sapeva, a far discutere, ma non fino a tal punto. La mostra vuole raccontare, per denunciarla, la violenza oggi imperante sul pianeta, contro gli uomini come contro gli animali. Ma con un linguaggio scarno, feroce, teso a non nascondere la realtà.

Proprio come avviene nel video installazione stigmatizzato dagli ambientalisti "Don’t trust Me" (Non fidarti di me), del 2007, composto di sei filmati su altrettanti monitor. Scene lunghe pochi secondi ma tremende: viene mostrata l’uccisione tramite un colpo di martello alla testa di 6 animali, una pecora, un cavallo, un bue, un maiale, una capra e un cerbiatto. Le riprese sono state realizzate in un mattatoio messicano, in cui questi animali sono allevati per essere macellati e venduti. «Nei video l’atto dell’uccisione resta però isolato dal contesto, reso ambiguo nelle sue motivazioni e nei suoi effetti - si legge in una nota diramata dal museo - per questo l’opera rimanda a un’idea astratta della violenza, ponendo in questione il modo in cui questa viene rappresentata e percepita».

La mostra è a cura di Francesco Bonami. Domani la Fondazione deciderà sul da farsi. Il video incriminato era già stato esposto, con problemi analoghi, a San Francisco, mentre a Grenoble, alcuni mesi fa tutto filò liscio.



Fonte:
La Stampa

Seguono passo passo, come ombre, le donne impellicciate, accompagagndole con cartelli 'no pelliccia'

Roma, 9 feb. - (Adnkronos) - Si sono posizionati in Piazza di Spagna a Roma ed hanno messo in atto la nuova frontiera della protesta animalista: seguire passo passo, come ombre, le donne impellicciate, accompagagndole con cartelli 'no pelliccia'; si tratta della nuova iniziativa studiata da "100 percento Animalisti" per scoraggiare l'acquisto e l'uso di indumenti ricavati dal pelo degli animali.


L'iniziativa sembra aver riscosso un certo successo anche se una donna impellicciata, riferiscono gli stessi animalisti, si e' lamentata di una delle sue ombre, dotata di cartello, ed ha chiesto l'intervento della Polizia per disturbo della quiete pubblica portando cosi' al termine la manifestazione. "Macche' disturbo - spiega Paolo Mocavero, Presidente dell'associazione - l' azione e' stata eseguita nel totale silenzio. L'accaduto comunque e' la prova di quanto le azioni di '100 per cento Animalisti' siano efficaci nell'ottenere risultati: infastidire aguzzini di animali, e i loro sostenitori, come le donne che ancora continuano ad indossare pellicce; ogni pelliccia che vediamo nelle nostre strade ci ricorda quanta sofferenza vi sia nascosta dietro ad ognuno di questi capi".


Fonte:
IGN

Protesta antipellicce davanti a Max Mara

Posted on 06:25
Giovani future spose alla prova dell’abito virginale dentro il negozio, dove un cameriere in livrea serve drinks ai presenti da un vassoio argentato. Gli animalisti dell’Aip (vedi link) fuori con uno striscione a protestare per l’utilizzo di inserti di pelliccia sugli abiti delle collezioni della casa di moda. Questo il contrasto che strideva oggi pomeriggio in via XX Settembre fuori e dentro Max Mara. Da una parte il lancio della collezione sposa, atmosfere soffuse da cocktail, mamme e amiche emozionate di fronte agli abiti bianchi e pastello per il gran giorno, dall’altra l’eco del sangue versato e delle sofferenze patite dagli animali utilizzati per realizzare le pellicce a onor del vero assenti dalla linea sposa. Contro l’uso di pellicce da parte di Max Mara è nata una mobilitazione internazionale. Il precedente: anche sotto Natale gli animalisti dell’Aip avevano effettuato un presidio di un pomeriggio. Quello di oggi, che si è svolto in maniera del tutto pacifica dalle 15 alle 19, è stato seguito da polizia e carabinieri.

Fonte:
Il secolo XIX

Cani morti di fame, cavalli torturati

Posted on 06:19
Gli animalisti: "Briciola è solo un caso, forze dell´ordine insensibili". La storia del bastardino chiuso in un condotto ripropone il tema dei maltrattamenti



di Milena Vercellino







E´ disidratato e denutrito, ma dovrebbe farcela: i giorni passati
rinchiuso in quella gabbia sotterranea hanno lasciato il segno su
"Briciola", il cagnolino trovato martedì in un tombino del parco
della Pellerina. «E´ sotto le nostre cure. Ci è arrivato in
condizioni di ipotermia piuttosto avanzata. E´ in prognosi
riservata, ma faremo di tutto per salvarlo. Potrebbe essere rimasto
rinchiuso nel tombino per una settimana», spiega l´architetto
Giuseppe Portolese, dirigente dell´Area verde e ambiente del
Comune, alla quale fa riferimento il canile municipale. Ma gli
strascichi delle condizioni d´incuria in cui il cane è stato tenuto
si sono presto mostrati: «Il problema principale ora è che dalle
analisi è emerso che ha la piroplasmosi, una malattia contratta
dalle zecche. Abbiamo avviato la terapia, ma la malattia è già in
stato avanzato», aggiunge. Sarà difficile rintracciare il suo
aguzzino: «Il cane non aveva né chip né tatuaggio, quindi non è
identificato all´anagrafe canina», dice Portolese.



Ma l´episodio è soltanto un frammento della lunga casistica dei
maltrattamenti sugli animali nella nostra regione: «Ne vediamo di
tutti i colori», dice Franco Porta della Lida, l´associazione che
schiera il maggior numero di guardie zoofile a Torino, circa 40, e
che l´anno scorso hanno raccolto in città circa 180 denunce di
maltrattamenti. L´elenco è lungo e comprende casi di ordinaria
incuria e gesti di pura crudeltà. Ci sono i cinquanta cani trovati
in una casa a Torino 15 giorni fa. Ci sono i barboncini con le
corde vocali recise scoperti ad agosto in un allevamento a Osasio,
vicino a Carignano: vivevano calpestando una coltre di 21
centimetri di escrementi, alcuni avevano contratto ulcere agli
occhi. C´è la pitbull trovata in un appartamento torinese, "magra
come un foglio di carta". Ci sono il chow chow lasciato morire
d´inedia su un balcone e il cane barricato fuori casa con un
collare elettrico a smorzare i suoi lamenti. C´è quello trovato
gravemente denutrito nella casa del suo padrone, a Venaria: l´uomo,
un paziente psichiatrico, lo credeva indemoniato e lo privava del
cibo. L´animale non ce l´ha fatta: nel suo stomaco è stata trovata
della sabbia, della quale aveva cercato di cibarsi per attenuare i
morsi della fame. C´è il cane messo a bagno nel cherosene dal
padrone, un contadino, convinto che si trattasse di un´efficace
terapia contro le zecche. Ci sono i cuccioli infilati in un
tritaletame a Mathi. La casistica non esclude gli animali da
allevamento: i cavalli da rodeo resi bizzosi dalle pomate urticanti
spalmate sotto la sella, i maiali tenuti al buio e nutriti
esclusivamente di cibi liquidi, la mucca tenuta in un tale stato
d´incuria che un corno, crescendo, le si è conficcato in un
occhio.



«Succede di tutto, ma non riusciamo ad avere la collaborazione
delle forze dell´ordine: presentiamo le segnalazioni ma non fanno
nulla», commenta Tea Scabello, presidentessa della Apda. «Servono
più risorse. Le guardie zoofile sono ancora poche, e da tempo
abbiamo chiesto il potenziamento dell´Ufficio tutela animali, per
poter raccogliere tutte le segnalazioni», spiega Marco Francone
della Lav.

Fonte:
Repubblica


CASSANO D'ADDA 29/01/2009 - Ancora un blitz contro il circo acquatico Bellucci. 100%Animalisti continua la sua battaglia contro chi lucra sulla sofferenza degli animali. "La sofferenza degli animali nei circhi - spiegano - è un aspetto ormai ovvio e ampiamente documentato, ma l’insensato sopruso che viene messo in atto nei cosiddetti circhi acquatici è ancora più grave e vergognoso".



"Uno di questi è il Circo Bellucci - continuano - che annovera tra i propri “oggetti-animali” squali, alligatori, pinguini, leoni marini, ippopotami pigmei e altre specie che dovrebbero vivere in libertà nei propri habitat naturali ben lontano da estenuanti trasporti ed esercizi contro la propria natura psicofisica".



Nella notte tra il 28 e il 29 Gennaio alcuni attivisti della sezione milanese di 100% Animalisti hanno effettuato un blitz di protesta a Cassano d’Adda (MI) coprendo la maggior parte dei manifesti pubblicitari del circo Bellucci che si appena attendato.



"Non riusciamo a comprendere come si possa supportare e assistere a uno “spettacolo” carico di violenza e sfruttamento - aggiungono - come quello proposto dai circhi acquatici. Invitiamo, a questo proposito, a provare a immaginare lo stress che, per esempio, uno squalo o un leone marino deve subire durante i lunghi trasporti chiusi in containers al buio e sballottati incessantemente da movimenti repentini dei mezzi ambulanti. Tutto questo è inaccettabile e 100% Animalisti continuerà senza sosta la propria azione di disturbo e sensibilizzazione verso questi manifestazioni violente, anacronistici e altamente diseducativi".

Fonte: Cronaca qui

Scritto da:
GM - graziano.masperi@cronacaqui.it

Gli animalisti americani: 'Armani come Pinocchio'

Posted on 14:27
Gl animalisti americani: 'Armani come Pinocchio'



Pinocchio Armani una scritta  bianca che campeggia sul volto di Giorgio Armani, un immaginane ritoccata al computer in cui lo stilista italiano ha il naso come Pinocchio. Una pagina intera acquistata dal Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) uno dei gruppi animalisti più noti al mondo, su Variety per chiedere al pubblico di celebrities di non acquistare più gli abiti di Armani e di non vestirli durante gli Oscar.



«Giorgio Armani ha infranto la sua promessa di non usare  pelli e pelliccie, nella sua ultima collezione, si legge sulla  pagina, ci sono diversi capi, cappelli, magliette, giacche e  giacconi imbottiti di pelliccia di coniglio che Armani si  procura in Cina, dove gli animali spesso vengono scuoiati vivi e  dove non ci sono regole per porteggerli». «Fino a quando Mr Armani - conclude Peta - non rispetterà le  sue promesse, per favore scegliete abiti di qualche altro  stilista anche per gli Oscar».

Fonte:
Unità



MILANO 30/01/2009 - Nella notte tra giovedì 29 e venerdì 30 Gennaio, alcuni attivisti di 100% Animalisti hanno effettuato un blitz di protesta, affiggendo alcuni manifesti con slogan anti pellicce presso la sede di Mediaset in via Via Paleocapa 3.


"Abbiamo notato, con forte rammarico, - spiegano in una nota - che la medesima sera di giovedì, al debutto su canale 5 dell’undicesima edizione del famoso programma “Scherzi a Parte”, è andata in onda una vergognosa pubblicità indiretta di capi in pelliccia. Prima l’ex-naufraga Belen (che annovera nel suo breve curriculum ben tre partecipazioni a spettacoli circensi in televisione, tanto per sottolineare la sua “grande” sensibilità) si presenta con una pelliccia intera e inscena una breve sfilata.. poi, come se non bastasse, il pugile Clemente Russo, secondo alle olimpiadi, sottolinea, senza pudore, che la pelliccia da lui indossata al suo matrimonio (sapientemente mostrata dai conduttori) non era un coniglio, bensì una volpe argentata".



"E’ ormai noto che l’industria della pelliccia stia ultimamente navigando in cattivissime acque e quindi non gli resta che chiedere lo strenuo aiuto di soubrette e personaggi, più o meno noti, che diventano testimonial diretti o indiretti di questo indegno prodotto - aggiungono gli animalisti -. E’ fin troppo chiaro che questo teatrino è stato organizzato ad hoc dai conduttori in accordo con gli stessi pellicciai, i quali speravano che il popolare programma avrebbe potuto risollevare i propri bilanci. Nei titoli di coda del programma (che non ci sono sfuggiti) si legge benissimo il nome di chi ha sponsorizzato la farsa, un noto pellicciaro stilista".



Questo il testo degli striscioni affissi sui muri della sede Mediaset:

“UN ETERNO SECONDO, UN’ INVENZIONE CON LE CURVE….RUSSO E BELEN VERGOGNA!”

“CON NOI NON SIETE SU SCHERZI A PARTE”



"In un periodo storico, in cui il rispetto del mondo animale è in continua crescita - concludono - e la maggior parte dell’opinione pubblica, sensibilizzata e ben informata, ripudia l’utilizzo di pellicce, la sfrontatezza di personaggi, più o meno noti, nel vestire indumenti, prodotti dalla morte e la tortura di milioni di animali, è quantomeno vergognosa e inaccettabile. Con questa e altre azioni, 100% Animalisti darà il via al boicottaggio del suddetto programma televisivo e di chi si rende testimonial diretto o indiretto di indumenti carichi di morte e sofferenza".


Fonte:
Cronaca qui

Scritto da:
GM - graziano.masperi@cronacaqui.it

Animaliste hot: ecco il video censurato

Posted on 04:38
Nel video censurato dalla Nbc, si vedono bellissime modelle che simulano rapporti con frutta e verdura. Ma è davvero così hot?


Sta spopolando su Youtube un simpatico video animalista, nel quale sensualissime modelle simulano rapporti con frutta e ortaggi. Lo spot si chiama Veggie Love e l’associazione animalista, che l’ha finanziato, ?a Peta.


Si era pensato di presentarlo durante il Super Bowl, che si terr?omani a Tampa, in Florida, ma poi ?artito l’immediato rifiuto. Gli organizzatori, infatti, hanno giudicato le immagini del video troppo esplicite, dal forte contenuto erotico, quindi impresentabili nello show pi?guito dal pubblico americano.


Il messaggio che compare durante la sua visione ?iuttosto chiaro: “Gli studi dimostrano che i vegetariani fanno un sesso migliore”. La Nbc, il canale televisivo del Super Bowl, ha rifiutato di presentarlo durante lo spettacolo, suscitando le critiche degli animalisti. Si parla, infatti, di vera e propria censura, nei confronti di un video che pare assurdo possa scioccare un pubblico come quello americano.


Le immagini, che possono essere viste ironicamente, sono state invece accusate di contenere un messaggio sessuale esplicito e provocatorio, che fa un chiaro riferimento a perversioni feticiste.


Non si comprende, per?ome broccoli, zucca e carote possano nuocere la sensibilit?egli americani, pi? quanto faccia quotidianamente la loro cronaca. Insomma, giudicate voi stessi.








Fonte: Ciao people magazine, Danila Mancini