Da 100% animalisti riceviamo e pubblichiamo:
Sabato 5 dicembre, 25 attivisti di 100%animalisti, hanno presidiato la pellicceria Pajaro sita in via stazione 2 ad Abano Terme.
Il titolare della pellicceria piuttosto che “subire” i cori e gli slogan antipellicce dei nostri attivisti ha preferito tenere la pellicceria chiusa (!)
Ovviamente per noi di 100%animalisti questo fatto è da considerare una vittoria, dato che in pieno periodo Natalizio, per un pellicciaio tenere chiusa la sua bottega di cadaveri animali, significa perdere molti soldi….
La pelliccia è sofferenza e morte per milioni di animali, nel 2009 non è più accettabile questo squallido mercato!

100%animalisti continuerà la sua lotta anche nei prossimo giorni.

Fonte: PD 24h

Savona: Enpa, date da mangiare agli animali liberi

Posted on 01:47
capriolo morto neve freddo

Il freddo intenso di questi giorni mette a dura prova la sopravvivenza degli animali liberi e provoca una crudele selezione naturale.



Con il calo della temperatura, il bilancio energetico richiede infatti un aumento di cibo che, spesso, i soggetti meno intraprendenti, o già debilitati non trovano, andando incontro ad una morte dolorosa. Per questo la Protezione Animali savonese lancia un’appello a quanti amano gli animali liberi, ad offrire loro cibo per far fronte alla penuria di risorse alimentari ed alla necessità di calorie supplementari. Un modo civile per differenziarsi da tanti “sportivi” cacciatori che, approfittando della situazione, si recheranno nelle poche zone sgombre di neve per abbattere poveri animali debilitati ed affamati (la caccia agli ungulati – cinghiali, caprioli e daini – è addirittura permessa sulla neve!) .



Ecco il menu per le varie specie di volatili presenti in città e nelle campagne:



Cinciallegre (arachidi); picchi (carne cruda); passeri e merli (pane secco sbriciolato e piccole granaglie); merli e pettirossi (croste di formaggio tagliate a piccoli cubetti); tordi, storni e pettirossi(frutta fresca); fringuelli e capinere (semi di girasole, fiocchi di cereali, dolci sminuzzati); colombi e tortore (granaglie e riso).



L’ENPA ricorda però che occorre scegliere attentamente i siti di somministrazione del cibo, per evitare di disturbare o danneggiare le altrui proprietà; meglio non farlo da finestre e balconi e recarsi invece in giardini, parchi pubblici o addirittura ai margini o all’interno di campagne e boschi o lungo i torrenti.



L’invito vale per tutti i comuni ove questa francescana attività è permessa. A Savona ed Alassio (salvo poi invitare il cantante dei colombi, Povia) invece vige un discutibile divieto, contestato dagli animalisti e da molti turisti, che non serve a nulla, neppure a ridurre il numero di animali o allontanarli. A coloro che obbiettano che bisogna lasciar fare alla natura, l’ENPA risponde di cominciare coerentemente ad applicare il concetto a se stessi. c.s.


Fonte: Savona News

Lettera da un'amica di nome Chiara...

Posted on 06:31
Vi riporto per esteso la mail che mi ha inviato qualche tempo fa, una sostenitrice del nostro blog...CHIARA.

"Mi piace il tuo sito ,perché se in qualche modo tutti si fanno pubblicità anche senza appartenere ad associazioni ,senonaltro parlando di se ,tu pubblichi soltanto per divulgare almeno così sembra e condividere questa sofferenza che ognuno di noi persone un po' piu' attenti vive , vedendo tali e tante brutture che mai riusciro' a comprendere e che continueranno a sconcertarmi all'infinito Mi piace anche che il primo esempio che fai non è l'animale scuoiato vivo o recluso come al solito ,ma l'uccelino in gabbia ,che non sopporto di vedere anch'io ,mentre nessuno ne parla mai .Mi riferisco alle associazioni o ai bolg in difesa degli animali
.Non ci sono commenti ,ma penso che all'inizio ci sia un po' di timidezza Sarebbe ora che ognuno di noi si desse da fare da solo senza necessariamente fare appello alle associazioni .Io invece lo faccio sempre .Oggi ho anche trovato nella posta l'e- mail dell'Onorevole Gabriella Giammanco .Beh è una soddisfazione sapere che ha accolto il mio suggerimento che le l'ho fatto per la nuova proposta di legge sul circo
L'ho fatto da sola sapevo quello che scrivevo ,ma non sono nessuno e la mia proposta adesso sara' utile e ne sono sicura Di interventi cosi' autonomi ne faccio tanti e ottengo anche risultati .Allora auguri finalmente qualche anonimo ,anche se qualcuno forse rimarra' perplesso .Mi è piaciuto molto l'articolo di Repubblica sui maltrattamenti Anche questo è un argomento di cui le associazioni parlano poco .Io ho sempre pensato che nel sotterraneo succedono cose infami all'insaputa di tutti nei confronti degli animali torture inaudite di cui nessuno puo essere testimone e questo è tremendo sapere che nessuno possa vederli .Come chiudere un cane in un tombino al buio e lasciarlo morire di fame .Forse potevo lasciarti il commento sul blog ,ma anch'io sono un tipo un po' sulle mie anche se qualche volta tiro fuori il mio coraggio come sul forum di X factor per Simona Ventura Due me li hanno cancellati infatti ,troppo provocatori e poi non c'entrava niente con l'argomento del forum e neanch 'io c'entro niente con X factor e con i ragazzi che lo seguono L'ho fatto comunque apposta per rendere pubblica la diffida di Simona Ventura nei confronti dei 100% animalisti .Sai che ha fatto una diffida ?

Ciao
Chiara

Caccia alla foca, animalisti alla carica

Posted on 02:30
L’affondo di Sheryl Fink, ricercatrice dell’Ifaw: «Approfitteremo di Vancouver 2010 per fare pressione»

Il bando approvato in Europa che mette fine al commercio dei prodotti di foca nell’Unione ha riacceso le speranze di molti attivisti che ora si augurano che anche il Canada possa decidere di mettere fine a quella che è considerata una pratica disumana. Ma c’è chi non si fa troppe speranze sul fatto che la situazione possa cambiare, perché, spiega, la posizione di Ottawa non dipende da considerazioni di natura economica, né da dubbi sull’umanità di questa pratica, quanto dalla politica, e per essere più precisi, il punto è che «il governo di Ottawa è tenuto in ostaggio dal Newfoundland». E il gesto di Michaelle Jean, che questa settimana ha mangiato un pezzo di cuore crudo per mostrare la propria solidarietà con gli Inuit, non ha certo rasserenato gli animi: al contrario, ha riaccesso il dibattito.
«L’Unione Europea ha preso la decisione giusta e ha dimostrato una grandissima leadership mettendo al bando i prodotti di foca. Quello che ci auguriamo è che ora Ottawa trovi il coraggio per fare lo stesso passo anche in Canada». A parlare così è Sheryl Fink, ricercatrice dell’International Animal Welfare (Ifaw), associazione che da anni si occupa della mattanza sulle coste canadesi.
Nonostante non abbandoni la speranza che Parliament Hill possa prendere una decisione del genere, non si aspetta che un passo del genere possa arrivare presto. «A giudicare dalle prime reazioni da parte del Canada, che ha subito detto di essere pronto a portare la questione davanti al Wto, no - dice - ma si tratta di una decisione irresponsabile dal punto di vista economico». Rivolgersi all’ente internazionale per il commercio, spiega, costerebbe ai contribuenti canadesi milioni di dollari, «che è più di quanto valga la caccia alle foche».
Lo stesso Harper, all’indomani dell’approvazione del bando, aveva detto da Praga, dove si trovava per firmare un protocollo di intesa con le autorità europee, che il Canada non avrebbe messo in pericolo le relazioni commerciali con l’Ue. «Si tratta di un accordo che vale miliardi di dollari, non vale la pena rischiare», dice la Fink.

In tutto questo sono in molti a chiedersi quale potrebbe essere il destino dei cacciatori, se il Canada decidesse di mettere fine a questa pratica. «Concordiamo sul fatto che queste persone debbano essere compensate - dice - ma in questo momento il valore dell’industria dei prodotti di foca è talmente basso che credo che i cacciatori avrebbero tutto da guadagnare da una soluzione di questo genere». Il futuro, inoltre non sembra roseo per questo tipo di industria, continua la Fink, con sempre meno mercati a disposizione. «Questo mi sembra il momento giusto per mettere fine a questa pratica, ricomprare le licenze dei cacciatori e aiutarli a cambiare lavoro. Questo - conclude - sarebbe un uso decisamente migliore dei soldi dei contribuenti rispetto all’ipotesi di rivolgersi al Wto».
Ma perché Ottawa non sa rinunciare alla caccia alle foche, visti i non pochi problemi che l’accompagnano? «L’unica ragione per cui si continua ad andare avanti in questo modo ha a che vedere con la politica - dice - Sostanzialmente nessun partito vuole mettere in pericolo la possibilità di conquistare i sette seggi che il Newfoundland ha in parlamento. Per questo si cerca di accontentare e assecondare i politici e i cittadini di quella Provincia. E in questa situazione è come se il governo fosse tenuto in ostaggio». «Sappiamo che la maggioranza dei canadesi è contro la caccia alle foche - continua - perché non è economicamente conveniente e non è umana nei confronti di questi animali. La ragione è puramente politica, si vogliono mantenere questi seggi».
E mentre Ottawa ha visto respingere dal Comitato olimpico canadese la proposta di far indossare agli atleti che rappresenteranno la nazione almeno un capo di abbigliamento ricavato dalla pelle di foca, Vancouver 2010 diventerà il palcoscenico ideale, per l’Ifaw canadese, per tornare a manifestare contro questa pratica. «Gli occhi di tutto il mondo saranno sul Canada, e ne approfitteremo per fare ancora più pressione sul governo - dice - Ora che anche l’Europa ha approvato questo bando, Ottawa ha l’occasione di uscire dalla situazione in cui si trova, di abbandonare questa industria con eleganza». Un’occasione per la Fink che permetterebbe al Canada, «che proprio a causa della caccia alle foche non gode di una grande reputazione in giro per il mondo», di tornare ad essere considerato una Nazione rispettosa dell’ambiente.

Di ALESSIO GALLETTI
Fonte: Corriere.com



Il canguro trafitto dalla freccia di una balestra, poi tratto in salvo (Afp)

MILANO - Da una parte li proteggono, dall’altra ne fanno strage. Australia, continente di contraddizioni e nessuna mezza misura, in perfetto stile Crocodile Dundee. A Melbourne, un canguro colpito da un bracconiere è stato salvato (aveva una freccia che gli trapassava il musetto), curato amorevolmente e in più gli sarà fatta «giustizia». E’ stata infatti emessa una taglia di 10 mila dollari per scoprire il o i colpevoli «di una simile atrocità».



PRIGIONIERI NELLA BASE - Ben diverso il discorso a Canberra, la capitale federale dove, all’interno del recinto di una base militare abbandonata, a 15 chilometri dal centro città, sono state rinchiuse 6 mila bestiole. I responsabili locali sostengono che «c’è una sovrappopolazione di canguri nell’area, è necessario abbatterne un certo numero». Gli animalisti la pensano in maniera esattamente opposta: «E’ una strage inutile e senza senso», gridano, promettendo battaglia. Lunedì un gruppo di attivisti si è diretto in corteo verso la base di Majura con cartelli che chiedevano lo stop alle uccisioni. Alcuni dimostranti hanno cercato di liberare i canguri: senza successo. Hanno anche avviato una causa civile per impedire ai militari di abbattere gli animali.




ABBATTIMENTI INCOMINCIATI - Ma il tempo stringe. «I soldati hanno già cominciato a massacrare le povere bestiole – ha raccontato alla Bbc Nikki Sutterby, della Società australiana per i canguri e la liberazione degli animali -. In quattro giorni ne hanno ammazzati almeno 2 mila. E questo senza alcuna prova scientifica dell’utilità di una simile strage». Nikki ha spiegato come i canguri siano costretti a patire atrocemente e come gruppi famigliari, mamme e cuccioli siano separati gli uni dagli altri, mentre gli uomini provvedono a colpirli. Il ministero della Difesa australiano sostiene che i canguri, in sovrannumero, rovinano le praterie, mettendo in pericolo piante ed insetti rari. Inoltre, secondo i militari, gli animali sono uccisi in maniera «pietosa», senza sofferenze. Sarà. Non resta che sperare nei giudici. E nel loro buon senso.


Paolo Salom

12 maggio 2009(ultima modifica: 13 maggio 2009)


Fonte: Corriere della sera

Dopo l'allarme generale per l'influeza suina ecco che l'associazione 100%Animalisti è partita all'attacco. In un comunicato gli attivisti mostrano tutto il loro sdegno per come viene trattato il mondo animale e hanno organizzato un blitz alla sede della Coldiretti:

"Prima il virus della mucca pazza, poi l’aviaria ora la letale febbre suina, passando per le varie intolleranze e intossicazioni del latte: è ormai evidente che nel consumo di carne e derivati animale ci sia qualcosa che non vada e che regolarmente si faccia di tutto per nasconderlo ai consumatori.

Nella notte tra il 26 e il 27 Aprile alcuni attivisti di 100%animalisti hanno tappezzato, quindi, la sede della Coldiretti a Padova come “risposta” alle bugie dei suoi esponenti sullo scoppio della gravissima influenza suina scoppiata nei giorni scorsi in Messico e ormai presente anche in Europa.

Le continue menzogne di allevatori, macellai e addetti del settore, Coldiretti compresa, è ormai evidente che stanno per crollare.

La natura sta semplicemente facendo il proprio corso : sfruttare animali come se fossero oggetti, infarcirli di medicine, allevarli e trasportarli in modo estremo non rispettando minimamente la loro natura psicofisica determina conseguenze gravissime e inaspettate.

Luminari dell’oncologia e della nutrizione ormai supportano la tesi che il consumo di carne e derivati sia seriamente deleterio per la salute umana, ma per gli immani interessi che ruotano dietro all’industria della carne, fino ad ora, sono state più forti le rassicurazioni di cooperative e ministeri.

Le terribile e sempre nuove pandemie che negli ultimi anni stanno nascendo e diffondendosi, invece, ormai palesano che fino a quando si continuerà a consumare carne e derivati, infierendo e offendendo la natura e i propri esseri viventi, la salute dell’uomo sarà sempre più minata e il futuro per le nuove generazioni sarà sempre più grigio".

Fonte: Città oggi web

Morto anche il secondo cane abbandonato al sole in auto

Posted on 09:54
Avevano lasciato due cani labrador in un fuoristrada parcheggiato al sole, ieri pomeriggio, coi finestrini chiusi. Uno dei due animali era spirato l’altro ieri. L’altro ieri mattina. I padroni degli animali erano stati individuati non lontano dall’auto, in corso Valparaiso a Chiavari: si stavano godendo il sole, loro all’aperto, sulla spiaggia cittadina. Per questo una coppia di turisti olandesi, marito e moglie di 61 e 51 anni sono stati denunciati dai carabinieri di Chiavari per maltrattamento e uccisione di animali continuata. Inutili le cure prestate a uno dei due cani dall’ambulatorio veterinario Levante di via Trieste a Chiavari.

Fonte: Il secolo XIX

Uccidono a sprangate un dobermann

Posted on 11:16
PORDENONE - Non riescono a far accoppiare un meticcio di piccola taglia con un dobermann e quindi lo uccidono a sprangate. Protagonisti due fidanzati della provincia di Pordenone, entrambi 22enni, che hanno poi filmato l'intera scena con il telefonino. A scatenare la reazione della coppia sarebbe stato il rifiuto del cane, di proprieta' della madre della ragazza. L'episodio, reso noto soltanto oggi, risalirebbe ai primi dieci giorni del mese di marzo. La denuncia e' scattata dopo che i due si erano vantati dell'accaduto, mostrando agli amici il video realizzato con il cellulare.

La notte scorsa, dopo aver avuto notizie dai nostri "informatori", alcuni attivisti di 100%animalisti hanno tappezzato l'abitazione e la ditta dove lavora, del killer di Azzano Decimo (Pordenone) .....

Indice del forum

Indice del forum

Fonte: 100%animalisti

LE BATTAGLIE DI 100%ANIMALISTI

Posted on 11:12


Complimenti, grandi!!!

Domenica 18 marzo a Tonco (Asti) verrà effettuata la tradizionale "giostra del pitu", definita un "vanto" dai suoi abitanti, ma definita invece una vergogna ed una barbara tradizione da parte dei 100% animalisti, alcuni dei quali l’altra sera hanno tappezzato il paese (e la casa del sindaco) con striscioni di protesta e manifesti contro la “giostra del pitu”.
"TONCO LA VERGOGNA DEL NORDOVEST. NO ALLA GIOSTRA DEL PITU!"
"AL POSTO DEL TACCHINO BASTA UN MANICHINO. MA LA VOSTRA IGNORANZA E’ DEGNA DELLA VOSTRA TRACOTANZA!"
"SINDACO GIANCARLO IL MEDIOEVO E’ FINITO! PERCHE’ RIEVOCARLO?" (questo striscione è stato affisso sul muro della villa del sindaco Giancarlo Catorzo)
“TONCO VERGOGNA!”…
…sono i titoli dei manifesti affissi dagli attivisti dell’Associazione “100% animalisti” del settore nord-ovest.

Sotto le immagini degli amici di 100%animalisti:


Fonte: InAlessandria












Nonostante le buone intenzioni mostrate nelle settimane scorse quando siamo intervenuti presso l'amministrazione locale per la sostituzione del povero tacchino, la manifestazione di Tonco 2009 non ha mostrato alcun miglioramento in merito ed è quindi stata opportunamente contrastata dagli animalisti. Qui nel seguito la cronaca de La Stampa di oggi.
E.M.

TONCO (Asti)
Salendo per la ripida salita che porta alla piazza, si sentono già le urla, i fischi, la rabbia. «Assassini, vergognatevi». Una cantilena minacciosa che non promette niente di buono. La piazza è affollata di gente. In un angolo, sventolano bandiere nere con teschi: sono una cinquantina di attivisti dell’associazione «100% animalisti». Tutt’intorno uno schieramento di carabinieri e polizia. Accadeva ieri a Tonco, un piccolo comune del Nord Astigiano (930 abitanti). Qui si deve correre l’antica Giostra del pitu...

Fino all’ultimo si pensa che quella provocazione sia solo grida e parole. Presto ci si deve ricredere: gli animalisti non si fermeranno agli slogan. Da anni, contestano quella pratica di infierire con i bastoni sul corpo di un tacchino morto fino a spezzargli il collo. Avevano chiesto di sostituirlo con un simulacro di stoffa (nella foto), ma niente: il paese si è ribellato. Dopo mesi, le trattative si sono rotte. E loro hanno annunciato che avrebbero bloccato quella dannata festa.

Cominciano con il rovinare il clima festoso: partono insulti e frasi ingiuriose contro il paese, l’Amministrazione e il sindaco Giancarlo Casorzo, colpevole, secondo gli animalisti, di non aver creduto fino in fondo alla «svolta». Durante la sfilata dei carri, si insultano con i figuranti: sono soprattutto i giovani a raccogliere le provocazioni. Un gruppo di tonchesi infatti ci tiene a difendere la propria festa. In paese la Giostra del pitu è vissuta come una grande tradizione, e le interferenze esterne non sono gradite.

Le forze dell’ordine sono costrette a intervenire. Torna la calma. Ma è un fuoco di paglia che si spegne quando il «pitu» vero viene sollevato a testa in giù in mezzo alla piazza: a fondo pista, fantini e cavalli si preparano a colpire il bersaglio con lunghi bastoni. La testa del tacchino è l’ambito trofeo. Parte la prima batteria. Alcuni animalisti invadono la pista. I poliziotti li contengono. Ma cominciano a scuotere le transenne. I cavalli si spaventano. Si teme per l’incolumità di fantini e spettatori. Interviene il sindaco: si avvicina al gruppo, scortato dal vice questore di Asti Gianfranco Vaccaneo. Prova a negoziare, ma viene cacciato.

L’assessore Giulio Ferrandi fa tirare giù il tacchino, gli incide il collo con un coltello. Così è più facile spezzarlo. Bastano otto colpi e la testa salta. Solitamente ce ne vogliono più di cinquanta. Il trofeo è del fantino Ivan Franco del rione Santa Maria Masulò. Sorride, sfoggia il suo trofeo, viene portato in trionfo dai sostenitori gialloverdi. Dedica la vittoria al cognato Emilio Sampietro, appassionato tifoso della Giostra, che ieri era ancora ricoverato in ospedale.

Alla fine, il pubblico se la prende con gli animalisti. «E’ tutta colpa vostra» urlano. Gli altri replicano: «L’avete voluto voi: siamo nel 2009, ma a Tonco c’è ancora le barbarie del Medioevo». Si lanciano bottigliette d’acqua. Una colpisce in testa un’attivista dell’associazione. Timidamente qualcuno dice che forse era meglio adottare il simulacro.

Gli animalisti lo avevano anche fatto costruire: un pitu di gomma curato nei minimi dettagli anche estetici (ha piume, zampe, persino i bargigli). Si erano accollati i costi: oltre 2500 euro. Ieri, se lo sono ripresi. Lo riporteranno a Milano. E sarà in buona compagnia: insieme al tacchino, stavolta vero, usato per la sfilata. Sindaco e abitanti non volevano cederlo; senza pitu gli animalisti non se ne andavano. In piazza, si rischia di nuovo. E allora il vice questore dispone il sequestro di gabbia e animale. Ieri sera, il pitu è arrivato a Brescia, ospite di una casa di accoglienza per animali salvati dal macello. Lui vivrà. La Giostra del pitu non si sa.

(fonte laZampa.it - LaStampa.it 16-03-2009 - Enrico Moriconi)

L’Associazione italiana difesa animali ed ambiente ha deciso di sporgere denuncia contro una persona residente nella zona compresa tra le province di Parma e Reggio Emilia che lo scorso 15 febbraio 2009 ha pubblicato un annuncio su un sito internet con il quale cerca: “Padrone di cane per prove animal sex”. Lo stesso personaggio nel suo annuncio scrive testualmente: “ciao sn un machio di 46 anni, zona Parma Reggio Emilia, cerco qualcuno che mi faccia provare il suo cane vorrei provare l'animal sex, se sei interessato lascia un messaggio che ci sentiamo su messenger cosi ci accordiamo”.

L'Aidaa ha deciso di rivolgersi alla procura per chiedere anche l’o scuramento del sito in questione oltre che per denunciare colui che ha pubblicato l’annuncio per istigazione al maltrattamento di animali in violazione della legge nazionale 189/2004 in cui è prevista: “la pena della reclusione da tre mesi ad un anno o una multa da 3mila a 15mila euro per chi cagiona una lesione ad un animale, un danno alla salute, o sevizie o comportamenti, fatiche, lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche. Aumento della metà se deriva la morte dell'animale.”
L'Aidaa da tre anni sta monitorando attraverso i suoi esperti la rete web proprio allo scopo di individuare e denunciare annunci che prevedono proposte od offerte di sesso con animali. Fino ad oggi sono state trentuno le denunce fatte da Aidaa in questi anni contro persone che proponevano sesso a pagamento con animali, la maggior parte delle quali in Lombardia.

“E’ la prima volta che ci imbattiamo in un simile annuncio tra l’a ltro pubblicato su un sito di annunci non a carattere prettamente hard e quindi facilmente accessibile anche dai bambini - dice Lorenzo Croce, presidente di Aidaa - quando all’indirizzo di posta elettronica del tribunale degli animali è arrivata questa segnalazione non potevo crederci, dopo aver visitato il sito ed aver riscontrato che si tratta di un annuncio reale ho deciso di denunciare questo depravato per istigazione al maltrattamento di animali e chiederemo alla magistratura di verificare anche la possibilità di oscurare questo sito o comunque di non permettere la pubblicazione di questi annunci. Ora abbiamo avviato un monitoraggio costante della rete per scovare e denunciare penalmente queste persone che definire contro natura è poco - conclude Croce - noi non abbiamo alcuna visione limitata delle scelte sessuali di ciascuno ma condanniamo e contrastiamo le forme di sesso con animali cosi come la pedofilia e tutte le forme di sesso violento, estorto e non consenziente e tra questi ci mettiamo ovviamente anche quello che vede coinvolti gli animali che certamente non sono felici di sottostare a giochino erotici di umani che definisco senza ombra di dubbio come persone pervertite”.

Fonte: La Repubblica Parma

Il popolo dei vegetariani

Posted on 04:15
Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, Ente nazionale protezioni animali, commenta: «È vero, a volte non siamo capiti. Ma spetta anche a noi comprenderne i motivi. Essere animalista e rapportarsi con chi si definisce tale, vuol dire innanzitutto non diventare isterici, né insopportabili o autoreferenziali. L’estremismo fa male agli animali e mette in cattiva luce il nostro mondo».
9 marzo 2009 - Maria Paola Gianni
Fonte: libero


Animalisti: determinati, disinvolti e agguerriti, in trepida difesa dei propri beniamini. A volte tacciati di estremismo, possono suscitare reazioni opposte e non essere compresi anche se in buonafede per la nobile causa. A ironizzare su di loro, è una degna rappresentante: Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, Ente nazionale protezioni animali, che commenta: «È vero, a volte non siamo capiti. Ma spetta anche a noi comprenderne i motivi. Essere animalista e rapportarsi con chi si definisce tale, vuol dire innanzitutto non diventare isterici, né insopportabili o autoreferenziali. L’estremismo fa male agli animali e mette in cattiva luce il nostro mondo».
Ben venga, dunque, la difesa dei non umani, ma attenzione a non rischiare di essere fraintesi. Se, dunque, animalismo vuol dire convincere le persone ad amare cani e gatti, a prendersi cura di loro, a mangiare vegetariano e a non portare le pellicce, va tutto bene. «Ma le persone vanno convinte, non provocate, altrimenti otteniamo la reazione contraria», aggiunge Rocchi, «non ho nessuna voglia di affermare con il mio comportamento è migliore di tanti altri, perché tutti noi prima di essere animalisti, non siamo stati tali. Quando tantissimi anni fa non ero vegetariana e mangiavo la carne, non pensavo di essere una delinquente».

L’estremismo fa male
Non c’è niente di peggio, dunque, che voler apparire diversi o migliori, rischiando di innervosire l’altro e di determinare, come si dice in fisica, una reazione uguale e contraria. «Ho scoperto dopo che non mangiare la carne è una cosa buona e santa per gli animali», precisa ancora Rocchi, vegetariana da 20 anni, «è un comportamento virtuoso, e il premio è una pelle migliore, a partire dal viso. Ma non esiste, in assoluto, un animalismo migliore di un altro. A me non importano le testimonianze, ma i risultati concreti». Insomma, la durezza ci vuole, ma va spesa quando davvero serve, nel caso di maltrattamenti o situazioni di pericolo. Altre volte, invece, va lasciato spazio al dialogo e soprattutto all’elasticità.Ma qual è il nesso tra animalismo e vegetarismo? Chi ama gli animali deve per forza essere vegetariano? Tutti i personaggi animalisti da noi contattati, si sono dichiarati vegetariani, o prevalentemente tali, quest’ultimi non hanno escluso di diventarlo al cento per cento, un giorno. Francesca Martini, ad esempio, sottosegretario alla Salute e protagonista di una sana impronta animalista nell’attuale governo, non è vegetariana, anche se ha precisato di mangiare «pochissima carne. Frutta e verdura costituiscono il 90 per cento della mia dieta». È proprio lei la paladina delle associazioni di protezione animali, lo dimostra il fatto che il suo ufficio per loro è sempre aperto. «È un passo storico che ha compiuto il nostro Paese», commenta lei, «da quando sono al ministero sono entrate anche queste associazioni, settimanalmente sedute al tavolo con me. Tra noi c’è un rapporto diretto, io condivido con loro il sentimento che la protezione degli animali è un fatto di civiltà irrinunciabile in una nazione». D’altra parte la stessa Indira Ghandi disse che «il grado di civiltà di un popolo lo si capisce dal modo in cui tratta gli animali».

Il problema del randagismo
Ecco perché le amministrazioni, chi più, chi molto meno, da anni cercano di formulare regolamenti di difesa e tutela degli animali, per non parlare della disapplicazione e vetustà della legge 281 del 1991 sul randagismo. «Le amministrazioni locali sono tenute a occuparsi di animali in base a leggi nazionali e regionali», spiega Gianluca Felicetti, presidente della Lega Anti-Vivisezione, vegetariano da trent’anni anni e vegano da sei, «ogni sindaco è proprietario giuridico di tutti gli animali vaganti non di proprietà nella sua città. È un atto dovuto per legge. Ormai, quasi una famiglia su due vive con un animale e sempre più persone vogliono veder regolato questo loro rapporto».

I Comuni all’avanguardia
Tanto di cappello, dunque, alle amministrazioni locali che hanno aperto gli uffici diritti animali, il primo in Italia è stato istituito dal Comune di Roma nel 1994. Ben vengano i regolamenti di tutela, per lo più in vigore nelle città del centro-nord, con qualche eccezione al sud. «Normative che sono fondamentali, perché come dice l’Eurispes, nelle nostre case vivono oltre quattordici milioni tra cani e gatti, gli animali fanno sempre più parte di noi», rincara la dose il veterinario Federico Coccia, consulente tecnico del ministro della salute e del comune di Roma, e «non ancora vegetariano», come dice lui stesso, «anzi, per la verità mangio poco e soprattutto insalate». Anche Coccia difende a spada tratta le associazioni animaliste e di volontariato: «Sono una grande risorsa del Paese, formate da persone competenti in materia, sono un valore aggiunto per chi tratta questi argomenti, nei quali anche la figura del veterinario assume un ruolo centrale per il benessere dei nostri beniamini». E se il randagismo oggi non si riesce a sconfiggere, o comunque a limitare, è dovuto alle poche risorse messe a disposizione per combatterlo. Secondo Gianni Mancuso, deputato Pdl e presidente dell’Enpav, l’Ente previdenziale di 25mila veterinari italiani, «sono poche le risorse messe a disposizione per la cattura e detenzione nelle strutture di accoglienza, che specie nel sud Italia finiscono per diventare dei lager. Bisognerebbe destinare più fondi alle sterilizzazioni e all’anagrafe animale. Quanto agli uffici di tutela, esistono esperienze molto valide nel centro-nord, diversamente dal sud».Altro risvolto negativo che neutralizza le sterilizzazioni sono le fabbriche di cuccioli nei campi rom, usati per chiedere l’elemosina. «È un’assurdità, un’ulteriore piaga», commenta il presidente Enpav, «animali che vengono fatti riprodurre per partorire teneri batuffoli da usare per l’accattonaggio, poi abbandonati dopo pochi mesi, quando ormai non sono più attraenti». Lo stesso Mancuso si definisce «animalista e zoofilo convinto», quanto alla sua dieta, precisa: «non cerco particolarmente la carne, volentieri mi butto sul vegetale, per me essere animalista vuol dire che il mondo non è solo dell’uomo, ma anche degli altri esseri viventi senzienti».Il nesso, dunque, tra chi ama gli animali e mangia meno carne, o addirittura per nulla, c’è. Eppure non si perde occasione per ridicolizzare o attaccare chi preferisce essere vegetariano. «Siamo una categoria che punta a diventare maggioranza», avverte Gianluca Felicetti, Presidente Lav, «io stesso ho un figlio di 13 anni che non ha mai mangiato né carne, né pesce, è in piena forma, e ha potuto seguire la sua dieta anche nella scuola dell’obbligo, grazie alla scelta vegetariana del Comune di Roma».

L’orgoglio dei vegetariani
Dopo il successo nella Capitale, quest’anno si celebra la seconda edizione del “Veggie Pride” (www.veggiepride.it), ossia il giorno dell’orgoglio vegetariano. La manifestazione si svolgerà il 16 maggio a Milano, in contemporanea con il corteo francese che si terrà a Lione, dove è arrivata alla sua nona edizione. Solo in Italia, secondo l’Eurispes, il popolo dei vegetariani supera i sei milioni e nel 2050 potrebbe arrivare a 30 milioni.Ma quali sono i principi che tanto fanno innervosire i carnivori? Che poi, carnivore, come dicevamo, sono anche le persone che amano gli animali, che i vegetariani però preferiscono definire “zoofili”, piuttosto che animalisti. Parola della vegana Ilaria Ferri, direttore scientifico degli Animalisti Italiani onlus: «Chi è animalista è vegetariano, diversamente è uno zoofilo». Per quale motivo? «Perché l’animalista non può essere specista, non può riconoscere dei diritti a gatti e cani e negarli ad agnelli, mucche e conigli», replica Ferri. «È lo stesso discorso dei cinesi che mangiano i cani. Come fa a giudicarli chi si ciba di vitelli e polli? Come si fa a decidere che mangiare certe specie è normale, mentre con altre è sbagliato, anzi, è addirittura scandaloso?».Una bella domanda, qual è, infatti, la discriminante che differenzia la possibilità di un animale di essere mangiato o coccolato? Chi è che può decidere quando è commestibile? La tradizione popolare? Sembra ridicolo, eppure è dimostrato che un maiale è assai più intelligente di un cane o di un gatto, e apprende con molta più facilità il gioco e l’insegnamento. Ma chi ha mai pensato di allevare un maiale come animale d’affezione? Certo, non conoscere chi si sta mangiando è molto più facile. Ma se si entra in un rapporto affettivo, le cose si complicano non poco. Anche per i carnivori spinti.

Le previsioni di Leonardo
Ad esempio, il termine “vinciano”, dal nome di Leonardo da Vinci, viene utilizzato anche per definire i bambini che provano affetto verso un animale, tale da ritenere assurdo di doverlo mangiare. Proprio il grande Da Vinci, vegetariano doc, rinnegò la carne dalla sua dieta. Celebre la sua frase: «Verrà il tempo in cui l’uomo non dovrà più uccidere per mangiare, ed anche l’uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto...». Il buon Da Vinci considerava i corpi degli umani delle “tombe degli animali”, dei sarcofagi. E proprio Franco Battiato ha scritto la canzone “Sarcofagia”, che riprende, appunto, lo stesso concetto. Anche secondo il noto cantautore non possiamo essere le tombe degli animali, perché la nostra vita non può rappresentare la morte per altri. Per l’economista americano Jeremy Rifkin l’unica possibilità per il futuro del pianeta è la rivoluzione vegetariana, che risolverebbe la fame nel mondo. Rifkin denuncia la deforestazione dell’Amazzonia. D’accordo con lui è anche il vegetariano e noto oncologo Umberto Veronesi, già ministro della Salute, acerrimo sostenitore della dieta priva di carne per l’uomo, perché discende dalla scimmia, erbivora. Lui stesso ha dichiarato che «il 50 per cento dei cereali e il 75 per cento della soia raccolti nel mondo servono a nutrire gli animali d’allevamento. L’America meridionale, per fare posto agli allevamenti, distrugge ogni anno una parte della foresta amazzonica grande come l’Austria». Secondo un rapporto della Fao, il bestiame, che occupa il 26 per cento del pianeta, genera il 18 per cento dell’emissione dei gas serra, più di quelli prodotti dai trasporti e dall’inquinamento, responsabili del 14 per cento.

I sentimenti degli animali
Memorabili anche altre frasi celebri di vegetariani e animalisti, come Pitagora, Plutarco, Schopenhauer, Einstein e molti altri. Fa riflettere l’osservazione del filoso ed economista inglese Jeremy Bentham: «Il problema degli animali non è “Possono ragionare?”, né “Possono parlare?”, ma “Possono soffrire?”». Forse, comunque, un modo per diventare tutti, o quasi, vegetariani ci sarebbe. Basta citare la frase di Plutarco: «Se sei convinto di essere naturalmente predisposto a mangiar carne, prova anzitutto a uccidere tu stesso l’animale che vuoi mangiare. Ma ammazzalo tu in persona, con le tue mani, senza ricorrere a un coltello o a un bastone o a una scure. Fa come i lupi, gli orsi e i leoni, che ammazzano da sé quanto mangiano...».

Fonte: Vegetariani.it

Anche i sedicenni a caccia con il fucile

Posted on 06:11

Fucile in mano anche ai sedicenni, questa la più radicale delle proposte di modifica dei regolamenti sulla caccia contenute nel disegno di legge che verrà presentato oggi dal senatore pdl Franco Orsi. Il pacchetto normativo prevede l’introduzione di un foglio rosa che permetterà ai minorenni che avranno compiuto il sedicesimo anno di età di provare l’esame di abilitazione venatoria. Superata la prova sarà possibile ricevere dalla questura un attestato di tirocinio sul quale però dovranno essere tassativamente indicati i nomi di tre accompagnatori forniti, da almeno 5 anni, della licenza di caccia. I giovani cacciatori potranno sparare solo in presenza uno di questi tre “tutor” ed unicamente con le loro armi, non gli sarà infatti permesso ne l’acquisto ne la detenzione di un fucile da caccia.
A far vibrare le proteste degli animalisti non è però soltanto questo provvedimento, la lista delle modifiche all’attuale legge sulla caccia proposta dal senatore Orsi è infatti molto più lunga. In particolare ad allarmare è l’articolo che modifica i limiti imposti all’utilizzo di “uccellini da richiamo”, uccellini vivi tenuti in delle gabbiette che servono al cacciatore come esca per attirarne altri, aprendo a un loro utilizzo illimitato. Sparirà inoltre l’anellino sulla loro zampa usato per identificarli. «in particolare l’eliminazione dell’anellino – denunciano gli animalisti - permetterà ai cacciatori disonesti di spacciare le prede in sovrannumero per esche».
Wwf, Legambiente e Lipu hanno creato un gruppo di lavoro per chiedere di modificare il testo, al quale hanno aderito anche le associazioni degli agricoltori e alcune delle associazioni dei cacciatori.



Fonte: Varese news

100% animalisti in azione a Montegrotto contro Casarin

Posted on 06:10
Riceviamo e pubblichiamo da 100% animalisti:
La scorsa notte è scattato il secondo blitz dei nostri attivisti, contro il presidente della provincia Vittorio Casarin. Sono state tappezzate la sede di Forza Italia (partito di Casarin) in viale dell’industria a Padova, la sede della federazione caccia Italiana in via Turazza a Padova e la sede dell’associazione libera caccia in via Castello a Montegrotto Terme. Con queste azioni, centopercentoanimalisti intende “pressare” il presidente della provincia Vittorio Casarin, reo di aver approvato la settimana scorsa, un’ordinanza per far uccidere a fucilate le povere nutrie….
L’ordinanza di Casarin in realtà, è solo un favore del presidente della provincia Padovana ai cacciatori, quest’ultimi infatti, avranno la possibilità di sparare tutto l’anno indisturbati ai poveri animali. Le nutrie, non dimentichiamolo, sono state introdotte nel territorio dagli allevatori di pelliccia, non dagli animalisti come si vorrebbe far credere…… tesi che potrà essere confermata da qualsiasi veterinario onesto di zona….
Le azioni di protesta contro Vittorio Casarin, continueranno senza soste fino a quando l’ordinanza non verrà ritirata.

Fonte: Padova 24 ore.it

Messaggio di Claudia Sgarzi - Sezione UNA di Asti del 20/02/2005

Cari amici animalisti,

Vi comunico che anche quest'anno, Domenica 20 Marzo a Tonco, in
provincia di Asti, si svolgera' una Giostra "Medioevale" durante
la quale degli uomini a cavallo, muniti di bastoni, correranno
avanti e indietro cercando di colpire un tacchino appeso ad una
fune a testa in giu', che verra' assassinato a tal uopo, solo per
divertimento, fino a che dopo veri tentativi il povero animale
verra' decapitato.
Lo spettacolo e' orribile e disgustoso mentre il Sindaco, alla
Giunta comunale ed agli abitanti di Tonco piace moltissimo e non
vogliono saperne di rinunciare a questa loro tradizione.

Abbiamo raccolto oltre 5000 firme per una petizione contro l'uso
dell'animale, in parte consegnata al Sindaco di Tonco e
contemporaneamente al Prefetto di Asti, se volessimo potremmo
raccoglierne altrettante durante i nostri tavoli animalisti.

Moltissimi insegnanti hanno scritto al Sindaco ed alle redazioni
dei giornali denunciando la crudelta', l'insensibilita' e la
diseducazione di tale manifestazione.

Abbiamo scritto alla Regione Piemonte, al Prefetto, alle Asl che
concordavano con noi, a nulla e' valso, il Sindaco di Tonco
continuera' anche nel 2005 la sua barbara Giostra.

Pertanto, e' organizzata una
MANIFESTAZIONE DI PROTESTA PER DOMENICA 20 MARZO ALLE ORE 13.30

Vi prego dobbiamo essere uniti e numerosi, passate parola...,
portatevi appresso cartelli, manifesti, trombette, fischietti,
campanacci, ecc., ecc..

Prendete l'autostrada A21 Torino-Piacenza-Brescia, uscita Asti Est,
direzione Asti, Casale Monferrato, dopo Castell'Alfero sulla
sinistra uscite e seguite la direzione per Tonco. Salite in alto
del paese, il raduno alle ore 13,30 sul piazzale del parco giochi
dietro al municipio.

Srivete al Presidente della Regione Enzo Ghigo.
e-mail: presidente at regione.piemonte.it

Come sapete tra breve ci saranno le votazioni per eleggere i
Presidenti delle Regioni, le vostre e-mail contro "la Giostra del
Pitu" potrebbero essere utili.

Presidente della Provincia di Asti: Roberto Marmo.
e-mail: marmo at provincia.asti.it
Costui fu ospite d'onore alla Giostra di Tonco invitato dal Sindaco
Casorzo Giancarlo.

Comune di Tonco - e-mail: tonco at reteunitaria.piemonte.it
NB: questa mailbox in questo momento e' piena e i messaggi tornano
indietro, ma magari lunedi' la svuotano...

Sindaco di Tonco: Giancarlo Casorzo - e-mail: casorzog at libero.it
Presidente Pro Loco: Enrico Boano - e-mail: e.boano at comune.asti.it

Giornali:
"LA STAMPA" pagina della Provincia di Asti - e-mail: asti at lastampa.it
"LA NUOVA PROVINCIA" - e-mail: d.peira at lanuovaprovincia.net
"GAZZETTA D'ASTI" attenzione: Marco Pozzo - e-mail:
gazzettadasti.segreteria at tin.it
"CORRIERE" - e-mail: asti at ilcorriere.net

Ricapitolando, tutti gli indirizzi e-mail a cui scrivere sono:

marmo at provincia.asti.it, tonco at reteunitaria.piemonte.it,
casorzog at libero.it, asti at lastampa.it, d.peira at lanuovaprovincia.net,
gazzettadasti.segreteria at tin.it, asti at ilcorriere.net,
e.boano at comune.asti.it

oppure, coi ";"

marmo at provincia.asti.it; tonco at reteunitaria.piemonte.it;
casorzog at libero.it; asti at lastampa.it; d.peira at lanuovaprovincia.net;
gazzettadasti.segreteria at tin.it; asti at ilcorriere.net;
e.boano at comune.asti.it

Scrivete per favore un messaggio personale!

Messaggio-tipo:

Mi unisco alla protesta contro la crudele usanza di ammazzare un
tacchino in occasione della festa a Tonco.
Queste usanze crudeli non possono trovare spazio al giorno d'oggi: si
sostituisca l'animale con un pupazzo di stoffa, la festa sara' uguale, e
nessuno dovra' morire per il divertimento altrui!

Distinti saluti

La Giostra del Pitu si farà con l'animale vero

Posted on 08:06


TONCO - La storica “Giostra del Pitu” (tacchino) in programma ogni anno a Tonco la terza domenica di marzo (15 marzo) si farà anche quest’anno. L’annuncio è stato dato oggi dal sindaco Giancarlo Casorzo dopo una vivace riunione dell’apposito comitato. All’ordine del giorno: “La giostra con il pitu vero in carne ed ossa, come avviene da secoli, oppure seguire gli animalisti che vorrebbero sostituire l’animale con un simulacro di plastica, stoffa, gomma e sabbia”. La maggioranza ha votato per l’animale vero. Gli attivisti dell’associazione “100%animalisti” si erano impegnati a fornire il tacchino finto sostenendo una spesa di 2.500 euro.
A favore degli animalisti si erano schierati anche numerosi politici dei vari schieramenti e molti si erano impegnati, per chiedere al governo regionale un contributo di 15 mila euro, come già avveniva qualche anno fa.

Fonte: Gazzetta d'Asti

La bozza di Disegno di Legge del senatore Franco Orsi: una lista di vergogne senza fine

Dal Senato della Repubblica parte in questi giorni uno dei più gravi attacchi alla Natura, agli animali selvatici, ai parchi, alla nostra stessa sicurezza: una bozza di disegno di legge di totale liberalizzazione della caccia.

E’ firmato dal senatore Franco Orsi (PDL), relatore incaricato di predisporre un testo base unificato, in seno alla Commissione Territorio/Ambiente del Senato di una dozzina di altri ddl "spara-tutto", già depositati l’anno scorso , prevalentemente da parlamentari del PDL e della Lega.

Animali usati come zimbelli, caccia nei parchi, riduzione delle aree protette, possibili abbattimenti di orsi, lupi, cani e gatti vaganti e tante altre nefandezze. La legge 157/1992, l’unica legge che in parte tutela direttamente la fauna selvatica nel nostro Paese, sta per essere fatta a pezzi.

Qui trovi i dettagli delle novità introdotte dalla bozza:
La lista degli orrori della bozza di legge Orsi sulla caccia

Firma la petizione per stoppare questo scempio!

BaseVerde.org

Tatuaggi sui gatti, ecco la nuova moda scandalo inglese

Posted on 03:42
LONDRA
Un articolo scandalo oggi è apparso sull'edizione online del Mirror News: un gatto, ancora frastornato dopo essere stato anestetizzato per tre ore, mostra il suo nuovo tatuaggio in pieno petto. Il controverso "ornamento estetico" è stato effettuato su Mickey, un gatto appartenente a una rara razza canadese nota anche come Sphynx.

La proprietaria, visibilmente felice, mostra orgogliosa il tatuaggio sul petto dell’animale raffigurante il sovrano egiziano Tutankhamun.

La paura degli animalisti si concentra essenzialmente sulla possibilità che questa nuova tendenza possa prendere piede tra i ricchi proprietari di animali da compagnia in Occidente.
Un portavoce della Rspca ha dichiarato: «Siamo assolutamente contro l'uso di animali per ragioni di natura puramente estetica o solo per il capriccio del proprietario. L'animale così non ha alcuna voce in capitolo». E aggiunge: «Noi non crediamo che gli animali debbano essere utilizzati come accessori di moda. Questa forma di cura non mostra alcun rispetto per qualsiasi tipo di animale. Finora abbiamo sentito parlare di questa pratica solo all'estero - e speriamo che non si diffonda ulteriormente».

La notizia e la foto del gatto sul sito del Mirror.co.uk

VIMERCATE 02/03/2009 - Momenti di grande tensione domenica 1 Marzo a Vimercate (Mi). Circa una quarantina di attivisti di 100% Animalisti hanno organizzato un presidio di protesta autorizzato di fronte alla biglietteria del circo Barcellona.

"Quasi immediatamente circensi e addetti del circo sono usciti in tono minaccioso - spiegano gli animalisti - posizionandosi davanti agli attivisti che stavano iniziando a parlare al megafono. Nel giro di pochissimi minuti è nato un acceso tafferuglio che ha interessato alcune attiviste. Fortunatamente gli animi si sono sedati presto e tutto è rientrato nella normalità. E’ stato molto interessante notare che diverse famiglie hanno fatto dietro front in seguito alla sensibilizzazione fornita dai manifestanti e certamente anche dopo aver notato la violenza circense contro chi ha il diritto costituzionale di manifestare le proprie idee e in questo caso a dar voce a chi non ce l’ha".

"In tutto saranno entrare ad assistere lo spettacolo non più di una trentina di persone - aggiungono -. A fine presidio, quando il clima è diventato finalmente sereno il presidente di 100% Animalisti è riuscito a strappare una promessa ad un paio di proprietari del circo di Barcellona: collaborare per produrre uno spettacolo circense senza animali. Si tratterà (nel caso venisse realizzato) di un circo a sé, quindi non con un marchio circense già noto. Lo scarsissimo afflusso agli spettacoli dimostra che la tradizione circense deve ammodernarsi e che l’opinione pubblica è sempre più contraria all’utilizzo di animali in spettacoli di intrattenimento. 100% Animalisti è pronta a dare il proprio contributo per iniziare una svolta moderna, non violenta e innovativa degli spettacoli circensi. Solo in questo modo ci sarà futuro per il circo con i suoi validi artisti umani".



















Fonte: CronacaQui

Milano, 2 mar. (Apcom) - Animalisti contro Max Mara: è accaduto oggi nel capoluogo lombardo nel pieno delle sfilate per "Milano Moda Donna". In azione sono entrati gli attivisti di "Attacca l'industria della pelliccia" (Aip) che spiegano che "mentre dentro i padiglioni della Fiera sfilavano le collezioni per il prossimo autunno-inverno, ricche di inserti di vera pelliccia, alcuni attivisti nudi, insanguinati, con un marchio sulla schiena recitante 'Ucciso per Max Mara', stavano sdraiati sopra delle pellicce, a simboleggiare i resti dei cadaveri degli animali scuoiati, con alle spalle lo striscione "Max Mara: nuova collezione stessa sofferenza - basta pellicce".
I militanti animalisti spiegano che l'azione simbolica organizzata davanti all'ingresso della sfilata del Max Mara Fashion Group, fa parte di una campagna che "da alcuni mesi il movimento animalista internazionale porta avanti contro uno dei nomi più noti nel panorama italiano e in continua espansione in tutto il mondo, che in tutti i suoi marchi propone un largo uso di inserti di pelliccia o addirittura pellicce intere". L'obiettivo di questa campagna "è quello di riuscire ad ottenere una dichiarazione di impegno fur-free, affinché tutti i marchi del Max Mara Fashion Group cessino la realizzazione e la vendita di indumenti che contengono pelo animale". L'Aip spiega che le campagne già intraprese "hanno portato a tale scelta i grandi magazzini La Rinascente, Upim, Coin e Oviesse oltre ai gruppi Stefanel, Miss Sixty, Diesel e Belstaff".

Fonte: Virgilio notizie

Sagre vs animalisti: per salvare il tacchino

Posted on 03:29
A Goito (Lombardia) e Tonco (Piemonte) le feste in cui avvengono riti sacrificali d'altra epoca. Del tema si è occupata anche la trasmissione Le Iene
di Giorgio Boratto
28 FEBBRAIO 2009

A febbraio la festa a Goito consiste in una gara in cui i concorrenti, cercano di staccare con un bastone la testa di un tacchino appeso in mezzo alla piazza. Il palio avviene così: un tacchino viene appeso a testa in giù ad una sorta di patibolo al centro di della piazza principale e inizia una spettacolare giostra equestre fra le urla di incoraggiamento di tutti gli spettatori. A questo punto due cavalieri armati di bastone si lanciano in corsa cercando di decapitare l'animale ed aggiudicarsi quindi il trofeo. Tutto questo solo per motivi di buon auspicio per la stagione agricola. Ora sembra che dopo l’intervento della LAV (Lega Antivivisezione) il Palio del pit sia stato annullato.

In un periodo che varia dalla seconda metà di marzo e la prima settimana di aprile, in una domenica quaresimale a Tonco - in provincia di Asti - si svolge invece ‘la Giostra del Pitù’. Anche questa festa è legata alla religione ed ai riti di fertilità, riti propiziatori contadini. Ancora una volta il tacchino diventa l’animale a cui addossare le potenze del Male: il capro espiatorio. Il grosso pennuto viene trasportato in piazza su un carretto, tutto adornato e trainato da una coppia di buoi. Una volta giunto in piazza, il tacchino viene appeso ad un palo ed ha inizio un simbolico processo in cui l'animale è l'imputato. Il processo si conclude con la condanna a morte del povero animale. Il notaio, interpretato da un giovane del paese, legge il testamento dell'animale e in seguito inizia la giostra: otto cavalieri in costume cercano di staccare la testa del tacchino, con una spada di legno. Fortunatamente il tacchino è portato in piazza già morto. Morto il tacchino, inizia il brando, una sorta di danza collettiva, durante la quale si mangiano dei dolci chiamati bugie e si beve del buon vino.

Anche qui c'è stato l'intervento degli animalisti e documentato dalla trasmissione 'le jene'. È possibile vedere il filmato su Youtube. Qui l'usanza ha avuto una modifica e l’animale è stato sostituito con un fantoccio. Così constatiamo che la coscienza animalista è riuscita a cambiare i simulacri.

Fonte: Mentelocale.it

Paolo Mocavero e gli altri attivisti di 100% animalisti non gradiscono la "licenza di uccidere" rilasciata dal presidente della Provincia Vittorio Casarin. Qui di seguito riceviamo e pubblichiamo:
Apprendiamo dalla stampa locale che il presidente della provincia Padovana, Vittorio Casarin, ha esaudito i desideri della lobby della caccia locale, autorizzando la caccia alle nutrie e ai colombi (!) nel periodo dove la stagione venatoria è chiusa……
Gli esecutori di questa “eliminazione” controllata saranno il braccio armato di Vittorio Casarin, ovvero la polizia provinciale, e i cacciatori nostrani che non vedevano l’ora di riprendere a sparare, anche oltre la fine della stagione venatoria.
Le nutrie e i colombi, saranno quindi fucilati direttamente dalle doppiette locali che, nella distorta e vergognosa visione di presidente, assessori e consiglieri della provincia, sono le uniche metodologie efficaci.
Il paravento della possibile trasmissione di malattie di alcuni animali all’uomo (tesi ridicola), quasi sempre mira a nascondere inefficienze e disinteresse, da parte di vari enti, nel voler risolvere un determinato problema in modo incruento, rispettoso e a lungo termine e mai hanno un riscontro statistico e scientifico.
Ora.. cosa c’è di più semplice, per salvaguardare l’opinione pubblica, che dare la colpa del disagio alle nutrie, prese come capro espiatorio per le proprie incapacità ?
100% Animalisti, forti delle proprie ragioni, non si esimeranno dal continuare la propria lotta in difesa delle nutrie, colombi e di tutti gli animali vittime di queste scellerate politiche violente e guerrafondaie….
Il presidente della provincia Vittorio Casarin è avvisato, 100%animalisti userà ogni mezzo legittimo (anche spartano) per contrastare l’ennesima mattanza legalizzata di animali…..

100%animalisti
UNICA CULTURA : -AZIONE - ATTIVISMO - LIBERAZIONE ANIMALE
infolline 347 888 95 22

Fonte: Padova 24 ore

Cani, crocchette killer alla melamina

Posted on 02:56
Due animali sono morti nel Veneto. Indagini su un’azienda di Pavia. Il ministero le ritira

ROMA — Due cani morti e un’azienda di cibo per animali sotto accusa per aver utilizzato, nella fabbricazione degli alimenti, farina contenente melamina, la stessa sostanza tossica del latte cinese. Lo scandalo del cibo al veleno è arrivato in Italia. Fra novembre e dicembre dello scorso anno, un’allevatrice di cani di San Fior, Treviso, richiede all’Istituto zooprofilattico delle Venezie un esame autoptico su un maltese e un lhasa apso (piccolo cane di compagnia) morti per nefrite e blocchi renali sospetti.

Il veterinario fornisce alcuni referti, fra cui un campione di mangime. «L’esame ha rivelato che il prodotto conteneva melamina, utilizzata per produrre plastiche e vietata nell’alimentazione, in cui determina un falso aumento del valore proteico. Perciò il consumo del mangime era in diretta relazione con il decesso degli animali», spiega Stefano Marangon, direttore sanitario dello Zooprofilattico. A preoccuparsi sono gli animalisti. Esce un comunicato della Lega anticaccia del Veneto che mette in guardia i proprietari di cani e gatti riguardo alla probabilità che circolino in commercio crocchette contaminate. Poi gli Animalisti italiani chiedono al ministero della Salute di rendere noto il nome della ditta: «Se la gente ha il prodotto in casa, ha il diritto di sapere », dice il direttore scientifico Ilaria Ferri. La senatrice dei Radicali-Pd Donatella Poretti presenta un’interrogazione: «La questione è grave — dice —. La vita degli animali ha molta importanza e ritengo che chiarezza e informazione siano il punto di partenza necessario a evitare ogni allarmismo». E Carlotta Bernasconi, vice presidente della Federazione nazionale dell’Ordine dei Veterinari, aggiunge: «C’è chi ha scorte di cibo contaminato e lo ignora: va comunicato immediatamente ».

Ieri la svolta. Il ministero della Salute ha reso pubblico il nome dell’azienda. Si tratta della Diusapet di Marzano, in provincia di Pavia, che realizza prodotti in proprio ma anche farine per conto terzi. Dichiara Gaetana Ferri, direttore della Sanità pubblica veterinaria: «I servizi hanno compiuto campionamenti ufficiali e i mangimi trovati positivi sono stati sottoposti a vincolo sanitario». Il cibo contaminato sta per essere ritirato. Lo dice una nota del ministero: «Si sta provvedendo al ritiro dei quantitativi di tali mangimi eventualmente ancora presenti sul circuito commerciale ». Secondo la Ferri, si tratta di farine animali di origine nazionale, tranne una, di provenienza comunitaria, «su cui si centrano i maggiori sospetti, poiché riteniamo i controlli italiani eccellenti». E ammette la probabile necessità di un’indagine retrospettiva anche oltre frontiera, per ricostruire i percorsi della farina tossica, nostrana o straniera che sia.

Il primo sforzo di tracciabilità viene proprio dalla Diusapet, che si dichiara «costernata» e espone la ricostruzione fatta assieme alla Asl di Pavia: «Da controlli, tutti i campioni delle produzioni attuali, così come quelli di maggio e giugno 2008, sono risultati regolari, mentre sono positivi alla melamina i due lotti della prima settimana di aprile 2008 dei mangimi "Cuccioli" e "Mantenimento Duck & Barley", di cui è stato disposto il ritiro dal mercato». Anche Raffaele Guariniello, sostituto procuratore di Torino, segue da mesi un’indagine sulla melamina: «La sto portando avanti con i Nas di Torino e Bologna. Nasce da uno studio americano, dove sono morti migliaia di cani e gatti per avvelenamento di questo genere». L’indagine avrebbe già prodotto risultati: a Bologna i Nas hanno trovato mangime contaminato in un allevamento di suini.

Fonte: Corriere della sera.it

Animalisti incendiano il parco e uccidono 30 rapaci

Posted on 02:17


Si è conclusa male l’iniziativa presa, la notte scorsa, dal gruppo di animalisti dell’Alf, Animal Liberation Front, per liberare i rapaci chiusi nelle gabbie del parco di Laghi Baite. Il famoso parco torinese, una vera oasi naturale, è stato colpito con molotov e lanciafiamme, fino a che il fumo non ha coperto tutto.

Non è ancora sicuro il numero di animali sopravvissuti a questo attentato, ma senza dubbio i resti dei 30 rapaci bruciati vivi, ritrovati stecchiti al suolo, ha confermato il numero delle vittime. Nibbi, gufi, poiane, piccoli ricci, nessuno è riuscito a mettersi in salvo o a trovare una sorte migliore di quella di finire abbrustoliti nelle loro gabbie.

Sull’asfalto dell’ingresso risaltano le parole “questo è per gli animali imprigionati”, scritte con uno sgargiante spray arancione per evidenziare l’intensità del gesto e una particolarità calligrafica (M ed N serpentine e le A squadrate), per contraddistinguere ancor meglio il gruppo dell’Alf.

Anche gli ordigni sono stati preparati ad arte: sotto molotov piene di benzina, a coprirle qualche tavoletta di diavolina con un pacchetto di cerini, e come miccia uno zampirone, che potesse dare il tempo di agire indisturbati e allontanarsi senza fretta. Uno di questi è rimasto inesploso e sarà oggetto d’esame per le impronte digitali, insieme alle impronte dei piedi rilevate sul terreno davanti al parco.

Il proprietario, Gianluigi Casetta, sembra sconvolto, non vuole credere che sia stato fatto questo proprio a loro, che hanno così tanta cura degli animali e che continuano, da anni, la lotta per tutelare le specie protette. Fino ad oggi nessuna spiegazione è pervenuta dal fronte estremista, che forse ha preferito tacere di fronte al terribile errore commesso.


Fonte: Ciao people


Un incendio di origine dolosa ha distrutto le voliere del parco
naturale di Cumiana, nel torinese, e ha ucciso 40 uccelli.
L'azione, per la quale sono state utilizzate 20 molotov, è
rivendicata dall'Animal Liberation Front: "Questo è per gli animali
imprigionati" è la scritta trovata dai carabinieri che indagano sul
rogo.



I volatili coinvolti sono poiane, falchi e gufi. Liberi di giorno,
la notte questi rapaci vengono ricoverati in apposite voliere e
trespoli. Le cariche incendiarie, bottiglie da 1 litro e mezzo di
benzina innescate da zampironi collegati a fiammiferi e tavolette
di diavolina per caminetto, hanno dato fuoco anche ad un capannone
e all'ingresso degli uffici del parco. Un principio di incendio si
è avuto anche nella casetta di uno dei guardiani. I danni, secondo
una prima stima della proprietà, ammonterebbero a 700-800 mila
euro.



Inaugurato da un paio d'anni nei pressi dei laghi di Cumiana, lo
Zoom Torino è il primo zoo immersivo d'Italia. si tratta di un
concetto innovativo di zoo, basato sulla ricostruzione dell'habitat
naturale degli animali, che vivono liberi. Copre una superficie di
circa 180 mila metri quadrati e al momento ospitava soltanto i
volatili rapaci e alcune tigri, che però non sono rimaste coinvolte
nel blitz animalista. La struttura, che doveva aprire al pubblico
nel prossimo mese di aprile, impiega in tutto 20 biologi e
veterinari, oltre una sessantina di lavoratori stagionali.



I carabinieri della Compagnia di Pinerolo, arrivati sul posto, sono
impegnati nella ricerca delle carcasse degli uccelli che al momento
non si trovano, come anche non sono stati rinvenuti gli anellini
che gli uccelli portavano ad una zampa e con i quali venivano
assicurati ai trespoli durante la notte. Sono stati invece trovati
diversi ricci morti che avevano la tana proprio nel terreno
coinvolto nell'incendio. Salva, per fortuna, l'aquila ospite dello
zoo






La voliera dei rapaci è andata completamente distrutta ma, per
motivi di sicurezza, non è stato ancora possibile rimuovere tutte
le macerie. L'ipotesi, al momento, è che gli uccelli siano stati
portati via, ma sono comunque destinati a morire. Ce lo spiega il
falconiere del parco, Andrea Puglisi: "Se fossero stati liberati
qui li avremmo ritrovati subito, perchè sono addestrati a ritornare
in quella che è la loro casa, perciò starebbero tuttora volando
nella zona, purtroppo non è così. O sono bruciati oppure sono stati
presi e liberati da qualche altra parte. Questi animali non sono
abituati a procacciarsi da soli il cibo per cui vivranno ancora
pochi giorni".



Il proprietario dello Zoom Torino, Gianluigi Casetta spiega: "E'
stato un attacco criminoso compiuto da persone poco informate su
quello che stiamo facendo. Il progetto di Cumiana, che prevede un
investimento di circa 20 milioni di euro, consiste infatti nel dare
vita 'al primo zoo moderno d'Italia' con tanto di centro
conservazione specie e laboratori per la formazione di biologi e
veterinari".



Sono in corso analisi anche sulle cariche incendiarie utilizzate
dagli attentatori. Al momento i carabinieri hanno trovato 5 focolai
d'incendio e 2 molotov inesplose



L'Alf, Animal Liberation Front, opera in tutto il mondo "contro lo
sfruttamento e l'abuso degli animali". Nata in Inghilterra, negli
anni '70, e' celebre per le sue azioni. In Italia si è resa
protagonista, nel 2002, del furto di un centinaio di cani beagles
dall'allevamento Morini di San Polo d'Enza, in provincia di Reggio
Emilia.



Sull'azione dimostrativa dell'Alf si è pronunciato l'Enpa, Ente
protezione animali, criticando duramente il gesto: "Un'inaudita
violenza. Quanti si nascondono dietro la sigla Alf non fanno altro
che rafforzare chi lucra sulla prigionia degli animali. Nessuno ha
il diritto di atteggiarsi a Robin Hood degli animali e compiere
atti che confinano le istanze animaliste nell'ambito
dell'illegalità. Chiunque sceglie questa strada deve assumersi la
responsabilità ed essere consapevole di costringere le battaglie
animaliste in un vicolo cieco".



Quanto allo zooparco in questione, l'Enpa ha mosso qualche critica
agli organizzatori e ai gestori: "Sono specializzati nella
ricostruzione scenografica di singole porzioni dell'habitat
naturale, una rappresentazione fittizia concepita per renderli
gradevoli ai visitatori paganti e non certo per tutelare il
benessere degli animali"

Fonte: La repubblica Torino

Animalisti all'azione! Blizt al circo acquatico Bellucci

Posted on 09:23


VIMERCATE 24/02/2009 - Nella notte tra il 23 e il 24 Febbraio, alcuni attivisti della sezione Milano di 100% animalisti hanno effettuato due blitz di protesta, coprendo la maggior parte dei manifesti pubblicitari del circo Barcellona e del circo acquatico Bellucci che si attenderanno rispettivamente a Vimercate (Mi) e Trezzo sull’Adda.



Ecco il resoconto degli attivisti: "Tra i prigionieri (senza colpa) di questi tendoni troviamo : Tigri, foche, zebre, lama, serpenti, pony, squali, pinguini



E’ sempre doveroso ricordare che il circo nega agli animali un comportamento naturale, portandoli ad atteggiamenti patologici e depressivi, dovuti alle condizioni di vita troppo lontane da quelle che avrebbero in natura, segregati in gabbie strette e costretti a spostarsi continuamente in tir e containers di metallo… non c’è niente di educativo nel far vedere ad un bambino un essere imprigionato o costretto ad azioni che lo rendono un perfetto automa, al solo scopo di regalare, in modo malato, poche ore di divertimento a un pubblico inconsapevole e insensibile.



Regolarmente come risposta alle proteste animaliste i circensi rispondono che gli animali nei loro tendoni sono amati e tenuti bene… ma per noi amare un animale non vuol dire solamente sfamarlo e curarlo, ma rispettare la propria natura psicofisica e la propria libertà.. aspetti che regolarmente e oggettivamente vengono a mancare nei vergognosi spettacoli ambulanti.



Gli stessi promotori del circo cercano sempre di ingannare i potenziali spettatori affermando che i loro animali sono nati in cattività e quindi non potrebbero essere liberati : ma questo è un motivo sufficiente per sfruttarli negli spettacoli e farli viaggiare tutto l’anno in condizioni e temperature ambientali non consone ? Bisogna altresì ricordare che l’istinto di tutte le specie di animali non può essere certamente modificato in un paio di generazioni di cattività.



E’ vergognoso anche notare che il circo di Barcellona, pur di nascondere agli occhi dell’opinione pubblica la violenza e sfruttamento che si cela nei propri spettacoli, ostenta sui propri manifesti pubblicitari l’adesione a un fondo benefico della diocesi di Milano. Questo è un chiaro sintomo che sempre meno famiglie decidono di rendersi complici dei violenti spettacoli circensi con animali.



Per dare maggior impeto alla propria azione di sensibilizzazione, 100% Animalisti organizzerà un presidio di protesta domenica 1 Marzo proprio al circo Barcellona a Vimercate dalle 14.30".



Fonte: Cronaca qui

Genova, troppi cinghiali: blitz all’alba

Posted on 03:13

Alle 6 di ieri mattina è andata in scena una battuta di caccia “a sorpresa” nel parco genovese del Peralto, sulle alture del quartiere del Righi: si tratta di una battuta «selettiva», resa necessaria dall’aumento degli animali nelle vicinanze della città. Alla battuta hanno partecipato una cinquantina di cacciatori; sono stati abbattuti circa venti cinghiali. Il parco è stato chiuso al traffico, sul posto sono arrivati anche carabinieri, agenti della polizia Provinciale e della Digos.


Da circa un mese, però, in zona c’è anche un gruppo di animalisti, che sta presidiando il territorio giorno e notte per ostacolare le operazioni: secondo Daniela Filippi, della Lav (la Lega antivivisezione), una trentina di attivisti si era “nascosta” nei boschi per impedire la battuta (clicca e ascolta la testimonianza). Secondo la Lav - e secondo alcuni residenti - in zona nessuno è stato avvertito dell’inizio delle operazioni.


Un momento della battuta di caccia di questa mattina (foto Benzi)


«È una mattanza, ammazzano questi poveri animali che non fanno nulla di male», ha detto al Secolo XIX una giovane donna che abita nella zona alta di via Vesuvio.


Secondo indiscrezioni, inoltre, un uomo, residente in via Bartolomeo Bianco (la strada dove sorgerà la moschea di Genova), si sarebbe sentito male, forse perché sfiorato da un pallettone, più probabilmente per l’ira di vedere i cinghiali abbattuti; gli operatori del 118, però, non hanno conferma di questa notizia.


Di tutt’altro avviso la polizia Provinciale: «Le operazioni si sono svolte normalmente, abbiamo perlustrato il parco e non abbiamo trovato nessuno», ha detto il commissario, Piergiorgio Mastrocola (clicca e ascolta).


La battuta, organizzata su interessamento della prefettura e della questura di Genova, si è resa necessaria a causa dei continui sconfinamenti degli ungulati, ritenuti pericolosi per l’incolumità pubblica.


La battuta è terminata intorno alle 11.



Le ragioni spiegate dalla Provincia di Genova

«Sono stati abbattuti una ventina di capi - ha detto l’assessore alla Polizia Provinciale, Piero Fossati, che ha seguito sul posto l’avvio delle operazioni - in questo intervento, sollecitato da prefettura e questura in seguito a numerose segnalazioni di criticità relative alla presenza di questi ungulati, anche nelle ore diurne, nell’abitato della zona intorno al Peralto, al Righi e Oregina, dove i cinghiali sono diventati molto numerosi (circa cinquanta i capi stimati) anche perché alcune persone, del tutto scorrettamente e contravvenendo alle norme vigenti, alimentano questi animali selvatici, avvicinandoli in modo permanente alle case e creando frequenti pericoli anche per la circolazione stradale: solo nell’ultimo periodo, in via Carso sono stati tre gli incidenti che hanno coinvolto un’auto e due motocicli causati dai cinghiali e questi grossi ungulati, nonostante l’innaturale confidenza con l’uomo che si è instaurata in alcune zone abitate limitrofe al parco delle Mura e altrove, nel periodo riproduttivo e dei cuccioli possono diventare molto aggressivi e pericolosi per l’uomo». La battuta selettiva, con un capillare presidio delle forze dell’ordine e degli incaricati dell’Atc di tutte le vie d’accesso alla zona - «lontana dalle abitazioni in cui sono intervenuti cani e cacciatori», ha detto l’assessore Fossati - si è svolta «in condizioni di assoluta sicurezza, grazie all’impegno pieno e convinto di tante persone, dal settore faunistico della polizia Provinciale a tutte le forze dell’ordine, alle squadre dell’Atc 1 selezionate dal presidente, Adriano Zanni. Le uniche tre persone estranee all’intervento, appartenenti a un’associazione animalista, sono state invitate ad allontanarsi, per motivi di pubblica incolumità e di prudenza, prima dell’inizio delle operazioni e senza alcun tipo di problema hanno poi rinunciato alla loro iniziativa». I cinghiali abbattuti oggi saranno tutti destinati in beneficenza a istituti che operano nel campo assistenziale. «Ora serve anche una bonifica del territorio del parco delle Mura - ha detto l’assessore Fossati - dove i cinghiali non devono più stare, come hanno detto in un recente incontro in Provincia con la collega Renata Briano anche le associazioni ambientaliste e animaliste, e in questo senso il Comune si è impegnato a chiudere con apposite recinzioni i varchi del parco del Peralto verso le zone urbane vicine che i cinghiali frequentano anche per cercare di alimentarsi dai cassonetti dei rifiuti». La Provincia, impegnata con gli altri enti e associazioni a concertare nuove modalità e normative di controllo, ricorda il tassativo divieto di alimentare gli ungulati stabilito nel 2000 da un’ordinanza comunale tuttora in vigore che per i trasgressori sorpresi a foraggiare i cinghiali prevede sia sanzioni amministrative sia penali.



Fonte: Il secolo XIX.it

ANIMALI: MUTUA E STOP CANILI LAGER, ARRIVA LEGGE QUADRO

Posted on 03:11
(ANSA) - ROMA, 24 FEB - Consenso bipartisan per gatti e cani. Gli animali da compagnia uniscono gli schieramenti che si dicono d'accordo su una legge quadro unica di riordino per la tutela degli amici a quattro zampe. Dalla mutua (''detenere animali non e' un lusso'') per aiutare le persone meno abbienti, alle adozioni per combattere il randagismo alla lotta ai canili lager, ai maltrattamenti e al commercio clandestino, fino al ruolo della scuola e dell'educazione. L'occasione il convegno dal titolo ''Nuove norme per la tutela degli animali di affezione, verso una legge di riordino'', organizzato dalla senatrice del Pd Silvana Amati insieme alla senatrice del Pdl Laura Bianconi. In particolare e' emersa la necessita' di una migliore gestione dell'anagrafe canina, l'introduzione di consultori comportamentali nei canili, l'attivazione di un 118 veterinario. ''Il nostro primo obiettivo e' quello di definire proposte concrete, anche dal punto di vista del reperimento delle risorse finanziarie, per una nuova norma quadro per tutelare meglio gli animali di affezione'', ha detto Amati. ''Per i bambini e per gli anziani gli animali da compagnia - ha sottolineato Bianconi - sono una vera e propria terapia. Abbiamo puntanto al massimo il tempo e' maturo per una normativa organica''. Il sottosegretario alla Presidenza con delega al turismo, Michela Brambilla ritiene che debbano essere istituite regole piu' rigide e che il limite su cui bisogna intervenire e' quello di estendere le regole di tutela anche agli animali di allevamento piuttosto che a quelli usati per la vivisezione. In campo anche il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri: ''Spero - ha detto - che in Parlamento si trovi il tempo per approvare la legge quadro sugli animali da compagnia magari ricorrendo in Commissione in sede deliberante visto che c'e' l'intesa bipartisan''. Favorevoli gli animalisti. ''Ci sono 19 proposte del Parlamento e 2 del Governo. Forse questa legislatura puo' essere quella buona - ha detto il presidente della Lega Antivivisezione, Gianluca Felicetti - per avere il testo unico''.

Fonte: Ansa

Caccia e vittime delle doppiette, è guerra sulle cifre

Posted on 07:50

Le «bufale» sugli stravolgimenti climatici e sui rischi per l’umanità intera che ci vengono a volte propinate dagli ambientalisti catastrofisti vengono fortunatamente smentite dai fatti. E quando non è la natura stessa a ridicolizzare certi “profeti di sventura”, ci pensano gli scienziati seri a dimostrare come l’uomo possa incidere in percentuale minima nei cambiamenti climatici. La stessa “scuola di pensiero” fondamentalista-catastrofista si esercita ogni anno a gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica per dimostrare, ad esempio, che la caccia è un’attività distruttiva per la quale, per giunta, la società paga un costo elevatissimo di vite umane.

Ora, senza voler entrare nel merito di un’attività che è nata con l’uomo ed è stata per millenni connaturata al suo istinto di sopravvivenza, c’è da rilevare semplicemente che la caccia è un’attività consentita e regolata dalle nostre leggi. Chi la esercita è sottoposto a una serie di vincoli, di tasse, di regole da rispettare. Esistono anche tante persone - sono, forse, la maggioranza - che non imbraccerebbero mai una doppietta ma che, tutto sommato, considerano la caccia come una passione, uno sport, un’attività tradizionale e la guardano con simpatia oppure con indifferenza. Ci sono, infine, i fondamentalisti anti-caccia che si battono da sempre per cancellare l’attività venatoria dal nostro ordinamento giuridico.

Negli ultimi decenni, in verità, si sono svolti due referendum nazionali e una decina regionali che avevano come obiettivo l’abolizione della caccia o delle norme del Codice civile che ne regolano l’esercizio. Nessuna di queste consultazioni referendarie ha mai raggiunto il suo scopo. Attraverso modifiche legislative che hanno eliminato il cosiddetto “nomadismo venatorio”, cioè la possibilità di praticare la caccia su tutto il territorio nazionale (ovviamente ai titolari di licenza e nel rispetto delle regole); attraverso l’aumento delle tasse e l’introduzione di nuovi balzelli; attraverso un sistematico giro di vite sui controlli sanitari preventivi e burocratici, il numero dei cacciatori italiani negli ultimi trent’anni è diminuito del 60 per cento circa. Ma a tutt’oggi 6-700mila cacciatori, grazie alla loro passione, tengono in vita un importante settore dell’industria italiana che, considerando anche l’indotto, dà lavoro a decine di migliaia di persone. Anche per questo ci sarebbe bisogno di una informazione corretta. Invece, come dicevamo, a ogni chiusura di stagione annuale, vengono diffusi dati che non stanno né in cielo, né in terra.

Per gettare discredito sull’intera categoria dei cacciatori, i fondamentalisti-animalisti parlano di decine di milioni di volatili abbattuti ogni anno. I loro “calcoli” non hanno nulla di serio: non si rivolgono, per esempio, all’Infs, l’Istituto nazionale della fauna selvatica che effettua censimenti su alcune specie animali. Più semplicemente, utilizzano i dati riguardanti la produzione industriale di munizioni, propinando ai mezzi d’informazione l’equivalenza «ogni cartuccia un volatile ucciso». Anche un bambino capirebbe l’assoluta infondatezza del “dogma animalista”.

Intanto una consistente percentuale di munizioni prodotte resta invenduta; di quelle utilizzate, più della metà vengono destinate al tiro sportivo su piattelli; di quelle che restano, forse il 10 per cento finisce per colpire l’obiettivo... Il capitolo più inquietante della sistematica opera di disinformazione è quello riguardante il tributo in vite umane che si paga per la caccia. In questo ambito occore fare una premessa: gli incidenti mortali che derivano direttamente dall’attività venatoria purtroppo si verificano spesso per imprudenza, a volte per tragica fatalità. Ma senza considerare le vittime della strada (che ogni week end fanno registrare numeri impressionanti), ci sono decine di attività (sportive e non) nell’esercizio delle quali si verificano incidenti mortali. Si pensi agli annegamenti o all’alpinismo.

Il numero delle vittime delle doppiette (sempre e comunque elevato, trattandosi di vite umane) è infinitamente inferiore a quello dei morti in incidenti fra le mura domestiche, tanto per fare un altro esempio. Ma c’è sempre chi fa l’“apprendista stregone” e si esercita a organizzare «chiassate mediatiche» accusando i cacciatori di ogni nefandezza. Stavolta, a diffondere dati e numeri “impressionanti” ci ha pensato un’associazione che nel solito elenco delle vittime, già gonfiato e pieno di errori, ha pensato bene di aggiungere 40 decessi avvenuti fra “non cacciatori” e originati da un’arma da caccia, anche se usata per commettere omicidi e suicidi. A dire il vero, dopo le documentate inchieste diffuse dal «Comitato nazionale Caccia e natura» negli anni passati, molti quotidiani hanno evitato di riportare i dati farneticanti diramati dalle solite associazioni fondamentaliste; tuttavia ci sono ancora organi di stampa che non guardano troppo per il sottile e si limitano, in maniera assolutamente acritica, a riportare una serie di notizie completamente destituite di ogni fondamento. «Innanzitutto - fanno notare al Cncn - c’è da sottolineare che mentre quest’anno il farneticante comunicato parla di 40 vittime, lo scorso anno, adottando gli stessi criteri assurdi, le presunte vittime ammontavano a 54.

Dopo aver messo doverosamente in evidenza questa significativa diminuzione, bisogna, per correttezza di informazione, correggere il dato di 40 vittime come segue: i morti per incidenti di caccia sono stati 21; i morti a causa di un infarto o malori (ogni anno se ne registrano oltre 160.000 fra le mura domestiche) sono stati 11; i morti a causa di cadute (senza che ci sia stato alcuno sparo) sono stati 3; i morti per incidente automobilistico (avvenuto in seguito a un malore) 1; un ferito (peraltro completamente ristabilito) conteggiato fra i morti; un bracconiere ucciso durante una battuta di frodo; un cacciatore ucciso da un cinghiale (in passato è accaduto a un contadino); un suicida. Come si può facilmente comprendere, le 21 vittime non sono evidentemente ritenute sufficienti a suscitare allarmismo e preoccupazione (non solo nella pubblica opinione, ma anche presso i politici e le istituzioni) e allora si ricorre a tutta una serie di squallidi escamotage (come i malori o le cadute) oppure a veri e propri falsi spudorati, fra i quali sono veramente degni di nota il ferito che è stato disinvoltamente conteggiato fra i morti, la vittima per incidente automobilistico o il poveretto che ha scelto di uccidersi con la doppietta invece che buttarsi dalla finestra o sotto un treno».

Fonte: Il Giornale

Greenpeace e i rifiuti hi-tech

Posted on 11:49


Italia e rifiuti hi-tech: ancora senza decreti attuativi!

Ciao,
Qualche giorno fa abbiamo denunciato un traffico illegale di rifiuti elettronici diretti dalla Gran Bretagna alla Nigeria. Ma in Italia le cose non vanno certo meglio. Nel nostro paese, infatti, il sistema di gestione dei rifiuti elettronici – altamente pericolosi e in più rapida crescita - non è ancora decollato.

A causa di lobby industriali, cambiamenti politici ai vertici e un complicato iter legislativo, l’Italia si ritrova con un sistema non ancora entrato a regime, nonostante i numerosi anni di ritardo rispetto alle direttive europee del 2002.

Il 1 gennaio 2008 sarebbe dovuto partire il nostro sistema di raccolta dei rifiuti hi-tech. Ufficialmente ma non nella realtà! Mancano all’appello diversi decreti attuativi necessari a tradurre in pratica le disposizioni di legge. Tra questi, c’è il cosiddetto “Decreto Semplificazioni”, che obbliga la distribuzione a ritirare gratuitamente, in ragione di uno contro uno, l’apparecchiatura usata al momento dell’acquisto di un nuovo articolo simile destinato a un nucleo domestico. Questo decreto doveva entrare in vigore entro il 28 febbraio 2008, ma ancora non vede luce.

Ora è il momento di agire per fare pressione sul governo. Partecipa a questa cyberazione e chiedi direttamente al ministro dell’Ambiente di accelerare la procedura di emanazione del “Decreto Semplificazioni”.

Più e-mail riceverà il Ministro, più efficace sarà la nostra richiesta!

C’è un’altra cosa che puoi fare: scatta la tua denuncia! Inviaci una foto di rifiuti elettronici abbandonati in strada che verrà pubblicata sul sito www.elettronicaverde.it.



Scrivi subito all’ On. Stefania Prestigiacomo,
ministro dell’Ambiente



Grazie mille e a presto!

Vittoria Polidori
Responsabile campagna Inquinamento


PS: Come saprai, Greenpeace è indipendente e realizza le sue campagne solo grazie all’aiuto di singole persone come te. Se non lo sei già, diventa un sostenitore di Greenpeace! Sostieni questa e altre campagne in difesa del pianeta cliccando qui.

Fonte: Greenpeace

Animali uccisi in mostra: Se ne occupa la procura

Posted on 06:03
L'arte di oggi sciocca e torna un'altra volta in un palazzo di giustizia. Stavolta per immagini violente di animali uccisi a martellate in un mattatoio messicano. A Torino il procuratore Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo, per ora senza ipotizzare reati, per la mostra “Le ali di Dio” dell'artista franco-algerino Adel Abdessemed. In programma alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, curata dal curatore Francesco Bonami, già la settimana scorsa il vernissage era saltato per le proteste delle associazioni animaliste. Ora delle immagini video, soprattutto di sei animali uccisi a martellate in un mattatoio, si occupa la Procura. Non poteva agire altrimenti: su quel tavolo sono piovuti esposti tra cui quello dell'assessore all'ambiente del Comune torinese Domenico Mangone secondo il quale “al di là delle immagini quanto meno inopportune l'amministrazione è tenuta a denunciare e perseguire ogni manifestazione di maltrattamento e crudeltà a carico degli animali”.



Nel 2004 in Italia fece discutere una foto di Paola Pivi: raffigurava due zebre su un ghiacchiaio del Monte Bianco e pare che poi i due equini si siano ammalati mortalmente. Qui la storia è un po' diversa ma sempre sull'uso degli animali siamo. Abdessemed, che ora vive a New York, a Torino non corre i rischi corsi San Francisco l'anno scorso, dove la sua mostra fu chiusa quattro giorni dopo l'apertura per ragioni di sicurezza e ricevette perfino minacce di morte. I video che hanno fatto infuriare gli animalisti mostrano, ad esempio, una pecora, un cavallo, un bue, un maiale, una capra e un capriolo presi a martellate: vengono allevati per essere macellati. Da quanto si può vedere su internet, sono sequenze che fanno star male, disturbano.



“Nei video l'atto dell'uccisione resta però isolato dal contesto, reso ambiguo nelle sue motivazioni e nei suoi effetti – avverte una nota della Fondazione - per questo l'opera rimanda a un'idea astratta della violenza ponendo in questione il modo in cui questa viene rappresentata e percepita”. “Sono tutti animali destinati al macello le cui carni sono distribuite gratuitamente agli abitanti del villaggio messicano”, si difende, un po' debolmente in effetti, l'artista. Altre sequenze mostrano cani che si azzannano. E tuttavia si torna lì: fino a che punto è giusto che intervenga la magistratura? In una mostra simile si può sempre vietare l'ingresso ai minorenni e avvertire preventivamente gli adulti a cosa andranno incontro. Se poi quanto si vede è un banale e gratuito pretesto per far rumore – e questo è un legittimo argomento di discussione - forse lo può decidere chi sceglie di varcare quella soglia.

Fonte: Unità



SAN GIULIANO MILANESE 16/02/2009 - E' un commento duro quello dell'associazione 100%Animalisti sul caso dei cuccioli sequestrati a San Giuliano Milanese, provenienti dall'est Europa. Lo pubblichiamo integralmente:



"Con la presente, l'associazione 100% Animalisti vuole comunicare la propria posizione circa gli sviluppi sulla sorte dei cuccioli illegalmente importati dall'est Europa, intercettati dal corpo forestale carabinieri a S.Giuliano (Mi) e ora in affido in provincia di Milano.



Ancora una volta, vogliamo fermamente ricordare che la prima causa di sofferenza e sopruso ai danni dei centinaia di cuccioli, che ogni mese varcano i nostri confini in modo più o meno illegale, è da ricercarsi nella continua sete di razze pure da parte della popolazione.



Apprendiamo, con amara soddisfazione, la notizia che sono già arrivate centinaia di migliaia di richieste di adozione per questi cuccioli e nei giorni precedenti centinaia di famiglie si sono messe in fila presso il canile per poter accaparrarsi un cucciolo.



A loro non sembrava vero riuscire ad avere un cucciolo di razza pura, senza spendere un euro e parallelamente crogiolarsi nell'aver fatto un opera buona nei confronti dei poveri cuccioli sofferenti; ma in realtà noi ci chiediamo DOVE sono tutte queste persone quando si tratta di salvare dalla prigionia a vita cuccioli che nascono e vivono dietro le sbarre di un canile per anni?



Noi ci chiediamo perchè le “grandi” associazioni, che si sono, in questa occasione, fortemente adoperate in favore dei cuccioli sequestrati, stimolano i media solamente quando sono certi di creare un interesse diffuso e facili nuovi sostenitori, invece che sensibilizzare in modo deciso e onesto sui danni causati dal continuo desiderio di animali di razza da parte della gente ?



Si continua a parlare di allevamenti lager sparsi in tutto il territorio nazionale, ma mai si afferma chiaramente che se le persone la smettessero di supportare la compravendita di animali in negozi e allevamenti più o meno amatoriali, il problema sarebbe presto risolto. Si continua a urlare allo scandalo per l'importazione di cuccioli dell'est, ma mai si denuncia che a ogni offerta corrisponde sempre una domanda diffusa.



100% animalisti dice da sempre NO a qualsiasi allevamento, a compravendita di esseri senzienti e a qualsiasi razza artificiosamente creata e supportata dall'uomo e unicamente per l'uomo".



Fonte: Cronaca qui

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