Il canguro trafitto dalla freccia di una balestra, poi tratto in salvo (Afp)

MILANO - Da una parte li proteggono, dall’altra ne fanno strage. Australia, continente di contraddizioni e nessuna mezza misura, in perfetto stile Crocodile Dundee. A Melbourne, un canguro colpito da un bracconiere è stato salvato (aveva una freccia che gli trapassava il musetto), curato amorevolmente e in più gli sarà fatta «giustizia». E’ stata infatti emessa una taglia di 10 mila dollari per scoprire il o i colpevoli «di una simile atrocità».



PRIGIONIERI NELLA BASE - Ben diverso il discorso a Canberra, la capitale federale dove, all’interno del recinto di una base militare abbandonata, a 15 chilometri dal centro città, sono state rinchiuse 6 mila bestiole. I responsabili locali sostengono che «c’è una sovrappopolazione di canguri nell’area, è necessario abbatterne un certo numero». Gli animalisti la pensano in maniera esattamente opposta: «E’ una strage inutile e senza senso», gridano, promettendo battaglia. Lunedì un gruppo di attivisti si è diretto in corteo verso la base di Majura con cartelli che chiedevano lo stop alle uccisioni. Alcuni dimostranti hanno cercato di liberare i canguri: senza successo. Hanno anche avviato una causa civile per impedire ai militari di abbattere gli animali.




ABBATTIMENTI INCOMINCIATI - Ma il tempo stringe. «I soldati hanno già cominciato a massacrare le povere bestiole – ha raccontato alla Bbc Nikki Sutterby, della Società australiana per i canguri e la liberazione degli animali -. In quattro giorni ne hanno ammazzati almeno 2 mila. E questo senza alcuna prova scientifica dell’utilità di una simile strage». Nikki ha spiegato come i canguri siano costretti a patire atrocemente e come gruppi famigliari, mamme e cuccioli siano separati gli uni dagli altri, mentre gli uomini provvedono a colpirli. Il ministero della Difesa australiano sostiene che i canguri, in sovrannumero, rovinano le praterie, mettendo in pericolo piante ed insetti rari. Inoltre, secondo i militari, gli animali sono uccisi in maniera «pietosa», senza sofferenze. Sarà. Non resta che sperare nei giudici. E nel loro buon senso.


Paolo Salom

12 maggio 2009(ultima modifica: 13 maggio 2009)


Fonte: Corriere della sera