Alle 6 di ieri mattina è andata in scena una battuta di caccia “a sorpresa” nel parco genovese del Peralto, sulle alture del quartiere del Righi: si tratta di una battuta «selettiva», resa necessaria dall’aumento degli animali nelle vicinanze della città. Alla battuta hanno partecipato una cinquantina di cacciatori; sono stati abbattuti circa venti cinghiali. Il parco è stato chiuso al traffico, sul posto sono arrivati anche carabinieri, agenti della polizia Provinciale e della Digos.


Da circa un mese, però, in zona c’è anche un gruppo di animalisti, che sta presidiando il territorio giorno e notte per ostacolare le operazioni: secondo Daniela Filippi, della Lav (la Lega antivivisezione), una trentina di attivisti si era “nascosta” nei boschi per impedire la battuta (clicca e ascolta la testimonianza). Secondo la Lav - e secondo alcuni residenti - in zona nessuno è stato avvertito dell’inizio delle operazioni.


Un momento della battuta di caccia di questa mattina (foto Benzi)


«È una mattanza, ammazzano questi poveri animali che non fanno nulla di male», ha detto al Secolo XIX una giovane donna che abita nella zona alta di via Vesuvio.


Secondo indiscrezioni, inoltre, un uomo, residente in via Bartolomeo Bianco (la strada dove sorgerà la moschea di Genova), si sarebbe sentito male, forse perché sfiorato da un pallettone, più probabilmente per l’ira di vedere i cinghiali abbattuti; gli operatori del 118, però, non hanno conferma di questa notizia.


Di tutt’altro avviso la polizia Provinciale: «Le operazioni si sono svolte normalmente, abbiamo perlustrato il parco e non abbiamo trovato nessuno», ha detto il commissario, Piergiorgio Mastrocola (clicca e ascolta).


La battuta, organizzata su interessamento della prefettura e della questura di Genova, si è resa necessaria a causa dei continui sconfinamenti degli ungulati, ritenuti pericolosi per l’incolumità pubblica.


La battuta è terminata intorno alle 11.



Le ragioni spiegate dalla Provincia di Genova

«Sono stati abbattuti una ventina di capi - ha detto l’assessore alla Polizia Provinciale, Piero Fossati, che ha seguito sul posto l’avvio delle operazioni - in questo intervento, sollecitato da prefettura e questura in seguito a numerose segnalazioni di criticità relative alla presenza di questi ungulati, anche nelle ore diurne, nell’abitato della zona intorno al Peralto, al Righi e Oregina, dove i cinghiali sono diventati molto numerosi (circa cinquanta i capi stimati) anche perché alcune persone, del tutto scorrettamente e contravvenendo alle norme vigenti, alimentano questi animali selvatici, avvicinandoli in modo permanente alle case e creando frequenti pericoli anche per la circolazione stradale: solo nell’ultimo periodo, in via Carso sono stati tre gli incidenti che hanno coinvolto un’auto e due motocicli causati dai cinghiali e questi grossi ungulati, nonostante l’innaturale confidenza con l’uomo che si è instaurata in alcune zone abitate limitrofe al parco delle Mura e altrove, nel periodo riproduttivo e dei cuccioli possono diventare molto aggressivi e pericolosi per l’uomo». La battuta selettiva, con un capillare presidio delle forze dell’ordine e degli incaricati dell’Atc di tutte le vie d’accesso alla zona - «lontana dalle abitazioni in cui sono intervenuti cani e cacciatori», ha detto l’assessore Fossati - si è svolta «in condizioni di assoluta sicurezza, grazie all’impegno pieno e convinto di tante persone, dal settore faunistico della polizia Provinciale a tutte le forze dell’ordine, alle squadre dell’Atc 1 selezionate dal presidente, Adriano Zanni. Le uniche tre persone estranee all’intervento, appartenenti a un’associazione animalista, sono state invitate ad allontanarsi, per motivi di pubblica incolumità e di prudenza, prima dell’inizio delle operazioni e senza alcun tipo di problema hanno poi rinunciato alla loro iniziativa». I cinghiali abbattuti oggi saranno tutti destinati in beneficenza a istituti che operano nel campo assistenziale. «Ora serve anche una bonifica del territorio del parco delle Mura - ha detto l’assessore Fossati - dove i cinghiali non devono più stare, come hanno detto in un recente incontro in Provincia con la collega Renata Briano anche le associazioni ambientaliste e animaliste, e in questo senso il Comune si è impegnato a chiudere con apposite recinzioni i varchi del parco del Peralto verso le zone urbane vicine che i cinghiali frequentano anche per cercare di alimentarsi dai cassonetti dei rifiuti». La Provincia, impegnata con gli altri enti e associazioni a concertare nuove modalità e normative di controllo, ricorda il tassativo divieto di alimentare gli ungulati stabilito nel 2000 da un’ordinanza comunale tuttora in vigore che per i trasgressori sorpresi a foraggiare i cinghiali prevede sia sanzioni amministrative sia penali.



Fonte: Il secolo XIX.it