L'incubo dei bocconi avvelenati è ricomparso nella Bassa. Così come era successo in passato con cani e gatti potrebbero essere state, infatti, delle esche killer a provocare la morte di alcuni esemplari di volpe trovati senza vita nella zona golenale dell'Adige, all'altezza di Vigo. L'ultimo episodio si è verificato domenica scorsa quando Giuseppe Guizzardi - un promotore finanziario che porta a passeggio ogni giorno i suoi cani sull'argine destro del fiume - è stato attirato dalla carcassa di un animale adagiata nella grande golena coltivata a ridosso dell'ospedale.
«Non appena mi sono avvicinato», racconta Guizzardi, che è anche presidente del Salieri jazz club, «mi sono reso conto che si trattava nuovamente di una volpe. E a quel punto mi è sorto qualche sospetto perchè già nei giorni precedenti mi ero imbattuto, suppergiù nella stessa area, in un altro esemplare della stessa specie per di più con la coda tranciata». «Siccome in tanti anni che frequento l'argine non mi era mai capitato nulla di simile», prosegue il musicista, «temo che questi episodi siano riconducibili a bocconi velenosi sparpagliati in giro da cacciatori o da contadini senza scrupoli per colpire uno scomodo predatore che si ciba anche di uccelli, di conigli ed altri animali da cortile». Quindi, temendo per la sorte delle decine di cani che scorazzano in riva all'Adige al guinzaglio dei loro padroni, Guizzardi non ha esitato a segnalare il fatto alla polizia locale, al Wwf e al Servizio veterinario dell'Ulss 21 affinchè vengano effettuati tutti gli accertamenti del caso. Sempre che l'avanzato stato di decomposizione dell'ultima bestiola rinvenuta dal promotore consenta all'Istituto zooprofilattico di intervenire. Nel frattempo, gli animalisti mettono in guardia i proprietari di animali che frequentano l'area tra Vigo e Villabartolomea «per evitare di contare altre vittime non solo tra le specie selvatiche ma anche tra quelle domestiche». «È necessario essere prudenti in quanto non è affatto da escludere», afferma Silva Soave, presidente del rifugio San Francesco di Villafontana, «che ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di avvelenamento imputabile a quei micidiali cocktail che stanno causando stragi in tutto il Veronese. Anche perchè questo è per le volpi il periodo riproduttivo e quindi il momento più propizio per eliminare uno scomodo concorrente». E a supporto della sua tesi l'attivista porta un'esperienza vissuta a Zevio. «L'anno scorso», riferisce Soave, «siamo intervenuti nella golena dell'Adige per recuperare tre cuccioli di volpe dopo che la loro madre era morta avendo ingerito un'esca velenosa».
Un appello alla massima cautela arriva anche da Fiorella Martini della Lav di Legnago che è in contatto con l'associazione veronese «No ai bocconi avvelenati». «Era da tempo», confida l'animalista, «che questo fenomeno deprecabile non si presentava nella nostra zona e la cosa ci preoccupa poichè l'argine è molto frequentato. Tuttavia, non mi stupisce che siano state prese di mira le volpi essendo animali cacciatori che danno fastidio».



Fonte: L'arena.it