Gli animalisti: "Briciola è solo un caso, forze dell´ordine insensibili". La storia del bastardino chiuso in un condotto ripropone il tema dei maltrattamenti



di Milena Vercellino







E´ disidratato e denutrito, ma dovrebbe farcela: i giorni passati
rinchiuso in quella gabbia sotterranea hanno lasciato il segno su
"Briciola", il cagnolino trovato martedì in un tombino del parco
della Pellerina. «E´ sotto le nostre cure. Ci è arrivato in
condizioni di ipotermia piuttosto avanzata. E´ in prognosi
riservata, ma faremo di tutto per salvarlo. Potrebbe essere rimasto
rinchiuso nel tombino per una settimana», spiega l´architetto
Giuseppe Portolese, dirigente dell´Area verde e ambiente del
Comune, alla quale fa riferimento il canile municipale. Ma gli
strascichi delle condizioni d´incuria in cui il cane è stato tenuto
si sono presto mostrati: «Il problema principale ora è che dalle
analisi è emerso che ha la piroplasmosi, una malattia contratta
dalle zecche. Abbiamo avviato la terapia, ma la malattia è già in
stato avanzato», aggiunge. Sarà difficile rintracciare il suo
aguzzino: «Il cane non aveva né chip né tatuaggio, quindi non è
identificato all´anagrafe canina», dice Portolese.



Ma l´episodio è soltanto un frammento della lunga casistica dei
maltrattamenti sugli animali nella nostra regione: «Ne vediamo di
tutti i colori», dice Franco Porta della Lida, l´associazione che
schiera il maggior numero di guardie zoofile a Torino, circa 40, e
che l´anno scorso hanno raccolto in città circa 180 denunce di
maltrattamenti. L´elenco è lungo e comprende casi di ordinaria
incuria e gesti di pura crudeltà. Ci sono i cinquanta cani trovati
in una casa a Torino 15 giorni fa. Ci sono i barboncini con le
corde vocali recise scoperti ad agosto in un allevamento a Osasio,
vicino a Carignano: vivevano calpestando una coltre di 21
centimetri di escrementi, alcuni avevano contratto ulcere agli
occhi. C´è la pitbull trovata in un appartamento torinese, "magra
come un foglio di carta". Ci sono il chow chow lasciato morire
d´inedia su un balcone e il cane barricato fuori casa con un
collare elettrico a smorzare i suoi lamenti. C´è quello trovato
gravemente denutrito nella casa del suo padrone, a Venaria: l´uomo,
un paziente psichiatrico, lo credeva indemoniato e lo privava del
cibo. L´animale non ce l´ha fatta: nel suo stomaco è stata trovata
della sabbia, della quale aveva cercato di cibarsi per attenuare i
morsi della fame. C´è il cane messo a bagno nel cherosene dal
padrone, un contadino, convinto che si trattasse di un´efficace
terapia contro le zecche. Ci sono i cuccioli infilati in un
tritaletame a Mathi. La casistica non esclude gli animali da
allevamento: i cavalli da rodeo resi bizzosi dalle pomate urticanti
spalmate sotto la sella, i maiali tenuti al buio e nutriti
esclusivamente di cibi liquidi, la mucca tenuta in un tale stato
d´incuria che un corno, crescendo, le si è conficcato in un
occhio.



«Succede di tutto, ma non riusciamo ad avere la collaborazione
delle forze dell´ordine: presentiamo le segnalazioni ma non fanno
nulla», commenta Tea Scabello, presidentessa della Apda. «Servono
più risorse. Le guardie zoofile sono ancora poche, e da tempo
abbiamo chiesto il potenziamento dell´Ufficio tutela animali, per
poter raccogliere tutte le segnalazioni», spiega Marco Francone
della Lav.

Fonte:
Repubblica