Si è conclusa male l’iniziativa presa, la notte scorsa, dal gruppo di animalisti dell’Alf, Animal Liberation Front, per liberare i rapaci chiusi nelle gabbie del parco di Laghi Baite. Il famoso parco torinese, una vera oasi naturale, è stato colpito con molotov e lanciafiamme, fino a che il fumo non ha coperto tutto.

Non è ancora sicuro il numero di animali sopravvissuti a questo attentato, ma senza dubbio i resti dei 30 rapaci bruciati vivi, ritrovati stecchiti al suolo, ha confermato il numero delle vittime. Nibbi, gufi, poiane, piccoli ricci, nessuno è riuscito a mettersi in salvo o a trovare una sorte migliore di quella di finire abbrustoliti nelle loro gabbie.

Sull’asfalto dell’ingresso risaltano le parole “questo è per gli animali imprigionati”, scritte con uno sgargiante spray arancione per evidenziare l’intensità del gesto e una particolarità calligrafica (M ed N serpentine e le A squadrate), per contraddistinguere ancor meglio il gruppo dell’Alf.

Anche gli ordigni sono stati preparati ad arte: sotto molotov piene di benzina, a coprirle qualche tavoletta di diavolina con un pacchetto di cerini, e come miccia uno zampirone, che potesse dare il tempo di agire indisturbati e allontanarsi senza fretta. Uno di questi è rimasto inesploso e sarà oggetto d’esame per le impronte digitali, insieme alle impronte dei piedi rilevate sul terreno davanti al parco.

Il proprietario, Gianluigi Casetta, sembra sconvolto, non vuole credere che sia stato fatto questo proprio a loro, che hanno così tanta cura degli animali e che continuano, da anni, la lotta per tutelare le specie protette. Fino ad oggi nessuna spiegazione è pervenuta dal fronte estremista, che forse ha preferito tacere di fronte al terribile errore commesso.


Fonte: Ciao people